Dago contro Dago

Dago, eroe ormai quarantenne del fumetto, diversamente da Edmond Dantes (come scrivevo in un articolo precedente) mostra a suo modo un’invincibile inquietudine religiosa, che neppure il rancore e l’odio che lo tormentano riescono a estinguere: il nobile veneziano divenuto prima schiavo (un tempo durante il quale egli è, per i turchi, il «cristiano»), poi giannizzero del sultano e perciò rinnegato, vive infatti con l’unico obiettivo di consumare la propria vendetta. I testi di Robin Wood, belli anche letterariamente, sono penetranti sempre, anche quando mettono a nudo le contraddizioni dei sistemi religiosi. «La voce del muezzin — scrive, ad esempio — si alza nell’alba acuta e solitaria a cantare la gloria di Allah, pietoso e amato. E raggiunge gli schiavi portando loro la maledizione di un altro sole. Di ...