
«Occorre riscoprire la realtà permanente del matrimonio come vincolo»: una «parola talvolta guardata con sospetto, come se si trattasse di un’imposizione esterna, di un peso, di un “laccio”», ma che se invece viene compresa «come legame d’amore, allora si rivela come il nucleo» del sacramento nuziale. Lo ha sottolineato Papa Francesco nel discorso rivolto al Collegio dei prelati uditori della Rota romana, ricevuti in udienza stamane, venerdì 27 gennaio, nella Sala Clementina, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. «La spiritualità matrimoniale — ha spiegato citando l’Amoris laetitia — è una spiritualità del vincolo abitato dall’amore divino». Ne deriva che lo stesso istituto matrimoniale è «dono di Dio»: non «un ideale o una formalità» ma «una realtà» e «un bene di straordinario valore per tutti: per gli stessi coniugi, per i loro figli, per tutte le famiglie con cui entrano in relazione, per l’intera Chiesa, per tutta l’umanità».