· Città del Vaticano ·

Il racconto

Una famiglia in missione nelle periferie

 Una famiglia in missione nelle periferie  QUO-020
25 gennaio 2023

«La nostra vocazione, come famiglia, è stare nelle periferie come “missionari della misericordia”». Roman e Reina de Chateauvieux (lui francese, lei brasiliana) raccontano così ciò che anima l’associazione “Misericordia”, nata nel loro cuore il 17 marzo 2013 quando Papa Francesco — nel suo primo Angelus con i pellegrini in piazza San Pietro — disse: «La misericordia... cambia il mondo, lo rende meno freddo e più giusto».

Proprio «quelle parole del Papa — spiegano — hanno lasciato il segno nelle nostre vite, lanciando l’intuizione a far sì che il cuore di Cristo sia nutrimento per i poveri attraverso il nostro servizio e i nostri progetti sociali».

Stamani a Francesco hanno presentato la loro storia e la loro vocazione come famiglia, insieme ai sei figli nati “in missione” tra Stati Uniti d’America, Messico e Cile: Teophane, Sivouane, Juan Diego, Esteban, Pier Giorgio e Teresa, l’unica femmina: la più piccola e la più “incontenibile”.

L’associazione “Misericordia”, che sta per compiere dieci anni di servizio, è oggi presente nelle periferie di quattro grandi metropoli. A Santiago del Cile, proprio dove vive la famiglia di Roman e Reina, a Parigi, a Buenos Aires e nel Bronx a New York.

Per non dimenticare il Mali


A parlare al Papa della «situazione del Mali, perché il suo popolo non sia dimenticato», e a «chiedere una preghiera» era in Aula Paolo vi il cardinale Jean Zerbo, arcivescovo di Bamako. Con lui, il nuovo vescovo di Sikasso, monsignor Robert Cissé, eletto lo scorso 14 dicembre, che era rettore ad interim del seminario maggiore Saint Augustin a Bamako e che per alcuni anni ha studiato anche a Roma.

Tra i presenti all’udienza generale, c’era anche il vescovo di Rrëshen e segretario generale della Conferenza episcopale albanese, monsignor Gjergj Meta.

Con un particolare saluto il Pontefice ha accolto Renata Pironio, nipote del cardinale Eduardo Francisco Pironio. La ragazza, che ha ventidue anni e vive a La Plata, in Argentina, non ha personalmente potuto conoscere lo zio, morto venticinque anni fa.

Festeggiando 100 anni con il Papa


E con affetto e una carezza il Pontefice ha fatto gli auguri a Maria Tinti: il 28 gennaio soffierà sulle cento candeline che illumineranno la sua torta di compleanno.

«Ogni giorno recito il Rosario e ogni volta che vedo il Papa in televisione prego per lui» dice la donna. Il più bel regalo, confida, è proprio l’incontro con Francesco, al quale ha potuto testimoniare la forza della sua fede, chiedendogli anche di benedire le due “coroncine” che tiene sempre strette in mano.

Nata a Elmas, in provincia di Cagliari, Maria si è trasferita a Roma circa sessanta anni fa insieme con il marito. Ad accompagnarla stamani in Aula Paolo vi c’erano tre dei cinque figli. Sono stati proprio i “suoi ragazzi”, come dolcemente ancora li chiama, a fare in modo che avvenisse l’incontro con Francesco. A lei lo hanno comunicato, simbolicamente, il giorno di Natale.

Per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani


Nel giorno in cui si celebra la solennità della conversione di San Paolo, a conclusione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, hanno partecipato all’udienza 34 studenti dell’Istituto universitario ecumenico di Bossey, in Svizzera. Con loro anche quattro membri dello staff dell’Istituto.

I giovani — sia religiosi che laici — sono arrivati a Roma il 19 gennaio per l’ormai tradizionale visita settimanale di studio. Ripartiranno domani, dopo aver partecipato, questo pomeriggio, alle 17.30, alla celebrazione dei secondi Vespri presieduta dal Pontefice nella basilica di San Paolo fuori le Mura.

In questi giorni “romani” sono accompagnati da monsignor Andrzej Choromanski, officiale del Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani.

Provenienti da diverse parti del mondo, sono per lo più membri di Chiese e comunità non cattoliche, iscritti ai corsi della “Graduate School” e destinati a un servizio in campo ecumenico al termine della loro formazione.

Con i partecipanti al simposio sulla malattia di Hansen


Francesco ha incoraggiato organizzatori e partecipanti al simposio internazionale «Non lasciare indietro nessuno», tenutosi il 23 e il 24 gennaio all’Istituto Patristico Augustinianum, a Roma.

L’incontro è stato promosso dal Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale — in occasione della 70ª Giornata mondiale dei malati di lebbra che quest’anno ricorre domenica prossima, 29 gennaio — con la Sasakawa Leprosy (Hansen’s disease) Initiave, la fondazione Raoul Follereau e l’associazione italiana Amici di Raoul Follereau.

I giovani di Foligno e Łowicz insieme in Aula


Sono venuti insieme questa mattina, in Aula, alcuni giovani di Foligno e di Łowicz, in Polonia, per impreziosire il gemellaggio delle loro diocesi. Ad accompagnarli il vescovo ausiliare di Łowicz, monsignor Wojciech Tomasz Osial, e i rispettivi responsabili della pastorale giovanile.

Il gemellaggio, nato nel luglio 2016 a Cracovia durante la xxxi Giornata mondiale della gioventù, si è poi arricchito e rinforzato della luce di santità del giovane beato Carlo Acutis.

Nove giovani polacchi stanno trascorrendo l’intera settimana nella diocesi umbra, in occasione della festa patronale di san Feliciano, celebrata ieri.

di Fabrizio Peloni