· Città del Vaticano ·

Presentato il programma del viaggio del Pontefice nella Repubblica Democratica del Congo e in Sud Sudan

All’insegna della pace

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24 gennaio 2023

Avrà «al centro il tema della pace» il viaggio apostolico che Papa Francesco compirà nel continente africano, nella Repubblica Democratica del Congo e in Sud Sudan, dal 31 gennaio al 5 febbraio. Lo ha sottolineato il direttore della Sala stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, durante il briefing di presentazione svoltosi stamane. Si tratta, ha ricordato, del 40° pellegrinaggio internazionale dall’inizio del pontificato; e con queste ultime due nazioni che il Pontefice visiterà, salirà a 60 il numero dei Paesi toccati da Bergoglio nell’arco di questi dieci anni.

«Sarà la terza volta che un Papa si reca nella Repubblica Democratica del Congo» ha detto ancora Bruni, ricordando che la visita avviene 37 anni dopo il secondo viaggio di Giovanni Paolo ii nel Paese africano. «Papa Francesco ha mostrato particolare attenzione alla situazione in entrambi i Paesi», ha osservato Bruni a proposito del costante impegno del Pontefice: «Ricordo, in particolare, la veglia di preghiera per la pace in Sud Sudan e nella Repubblica Democratica del Congo nel 2017».

«Pace, dialogo, riconciliazione», le parole chiave del viaggio di Francesco: sullo sfondo, «la guerra e il ruolo dei cristiani di fronte alla guerra, perché la pace è al cuore delle religioni», come ha detto il Papa durante l’incontro online con i giovani africani svoltosi nel novembre scorso. Dieci discorsi, due omelie, un Angelus e un’agenda fitta di appuntamenti in entrambe le nazioni. La prima tappa sarà Kinshasa, capitale della Repubblica Democratica del Congo, dove Francesco incontrerà le istituzioni e le realtà cattoliche, nonché le vittime nell’est del Paese. Ciò avverrà sullo sfondo dei molteplici e complessi conflitti e difficoltà che continuano ad affliggere la regione. In questo contesto, il messaggio più atteso del Papa è quello della riconciliazione. La Repubblica Democratica del Congo è un territorio enorme e ricchissimo, ma con una sofferenza diffusa nella società, che si protrae da almeno 25 anni con l’aggravarsi della guerra. Il 31 gennaio, nella capitale, il Pontefice incontrerà il presidente della Repubblica, Félix Tshisekedi e poi le autorità, la società civile e il corpo diplomatico.

Il giorno successivo, al mattino Francesco celebrerà la messa all’aeroporto. A proposito delle misure di sicurezza messe in atto dal governo, Bruni ha sottolineato il grande sforzo delle autorità locali ma ha assicurato che attualmente non risultano minacce specifiche. Sempre il primo febbraio, nel pomeriggio, due incontri in nunziatura: con le vittime della guerriglia in corso nell’est del Paese e poi con i rappresentanti di sei realtà caritative operanti nel territorio. Giovedì 2 il Papa avrà tre appuntamenti, due pubblici — quello con i giovani e con i catechisti e poi quello di preghiera con i sacerdoti, i diaconi, i consacrati, le consacrate e i seminaristi — e uno privato, con i membri della Compagnia di Gesù.

Prima di lasciare la Repubblica Democratica del Congo, con la cerimonia di congedo all’aeroporto di Kinshasa, il Pontefice avrà un incontro con i vescovi presso la sede della Cenco, la Conferenza episcopale del Paese.

Venerdì 3 Francesco si trasferirà nella capitale del Sud Sudan, Juba, e con lui saranno l’arcivescovo di Canterbury Justin Welby e il moderatore dell’assemblea generale della Chiesa di Scozia, Jim Wallace. Una presenza che testimonia la forte prospettiva ecumenica del viaggio, condiviso con le Chiese anglicana e presbiteriana. Anche in Sud Sudan — il più giovane Stato del mondo, con i suoi undici anni dalla costituzione — tutti gli incontri si svolgeranno nella capitale.

A Juba, dopo la cerimonia di benvenuto vi sarà la visita di cortesia al presidente della Repubblica Salva Kiir Mayardit presso il palazzo presidenziale, alla quale seguirà l’incontro con i vicepresidenti della Repubblica e quello con le autorità, la società civile ed il corpo diplomatico. Il giorno successivo vedrà il Papa impegnato nell’appuntamento con i vescovi, i sacerdoti, i diaconi, i consacrati, le consacrate e i seminaristi; seguiranno l’incontro privato con i membri della Compagnia di Gesù, l’incontro pubblico con gli sfollati interni e una preghiera ecumenica nel mausoleo “John Garang”.

Il 5 febbraio, giorno della partenza, prima della cerimonia di congedo e del rientro in Vaticano, Francesco celebrerà una messa sempre presso il mausoleo “John Garang”.

Significativi i motti e i loghi delle due visite. «Tutti riconciliati in Gesù Cristo» è il motto del viaggio in Repubblica Democratica del Congo, il cui logo vede il Papa al centro della mappa del Paese che riproduce i colori della bandiera. All’interno, alcuni elementi della straordinaria biodiversità della terra congolese. La mappa — spiega Bruni — è aperta ad ovest per mostrare l’accoglienza riservata a questo grande evento e ai frutti che porterà; inoltre, i colori della bandiera, sapientemente distribuiti, sono molto espressivi. Il colore azzurro, nella parte superiore, vuole esprimere l’augurio più profondo del popolo congolese: la pace. Il colore giallo, in tutti gli aspetti, simboleggia le enormi ricchezze del Paese: fauna e flora, terrestre e sotterranea. Il colore rosso vuole rappresentare il sangue versato dai martiri, così come avviene tutt’ora nella parte orientale del Paese.

È tratta invece dal Vangelo di Giovanni la frase scelta come motto per il viaggio in Sud Sudan: «Prego perché tutti siano una sola cosa».