
V enditore : Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi. Bisognano, signore, almanacchi?
Passeggere: Almanacchi per l’anno nuovo?
Venditore : Sì signore.
Passeggere : Credete che sarà felice quest’anno nuovo?
Venditore : Oh illustrissimo sì, certo.
Passeggere : Come quest’anno passato?
Venditore : Più più assai.
Passeggere : Come quello di là?
Venditore : Più più, illustrissimo…
Questo è l’inizio del dialogo tra un venditore di almanacchi e un passeggere (sic), scritto a Firenze dall’ateo Giacomo Leopardi nel lontano 1832 e pubblicato nelle «Operette» due anni dopo.
Nel 2023 cosa è cambiato? Nulla. Ogni nuovo anno i venditori di oroscopi propongono nuovi scenari per coloro che ci credono. La stampa specializzata in previsioni astrologiche fa affari d’oro. Perché sono ancora tanti i superstiziosi che credono negli oroscopi e i creatori di previsioni astrologiche scrivono tutto ciò che i lettori vogliono sentirsi dire.
È vero anche che, in passato, l’astrologia era una materia che si studiava nelle università, ma era una materia affine all’astronomia, ed è anche vero che nel mondo cattolico c’era Tommaso d’Aquino, frate domenicano, poi proclamato santo e dottore della Chiesa, il quale si occupava, oltre che di teologia e filosofia, anche dello studio scientifico delle posizioni dei pianeti conosciuti a quel tempo, in pieno Medioevo.
Siamo noi, attraverso il nostro modo di comportarci e di pensare, a decidere le sorti della nostra vita. Forse ci piace illuderci con quello che leggiamo sul nostro presunto segno zodiacale? Ammesso che corrisponda a verità, ovvero che una combinazione di posizioni di pianeti nel momento della nostra nascita possa avere un’influenza sul carattere, sulle decisioni che prendiamo o sulle affinità con altre persone che incontriamo nel corso dell’esistenza su questa Terra.
Quindi, possono i pianeti influenzare l’Onnipotente? Certamente no. Semmai il contrario. E noi, che siamo fatti a Sua immagine e somiglianza e siamo i Suoi figli, possiamo essere influenzati dal passaggio di determinati pianeti?
di Stefano Cuneo