· Città del Vaticano ·

Dopo la rinuncia al pontificato la vita con lo stile del silenzio e della preghiera

Nel monastero
Mater Ecclesiae in Vaticano

 Nel monastero Mater Ecclesiae in Vaticano  QUO-298
31 dicembre 2022

L’11 febbraio 2013, al termine di un Concistoro ordinario pubblico, Benedetto xvi aveva annunciato la decisione di rinunciare al pontificato. Alle 20 del successivo 28 febbraio la Sede apostolica era stata dichiarata vacante.

Quella mattina Benedetto xvi aveva personalmente salutato i cardinali nella Sala Clementina. Quindi, poco dopo le 17, aveva lasciato il Palazzo apostolico per trasferirsi, in elicottero, nel Palazzo pontificio di Castel Gandolfo. Qui aveva rivolto un saluto alla popolazione che lo attendeva. Vi era rimasto fino al 2 maggio, per il completamento dei lavori di ristrutturazione della sua residenza definitiva: il monastero Mater Ecclesiae, nei Giardini vaticani.

Il 23 marzo Papa Francesco — eletto dieci giorni prima alla cattedra di Pietro — si era recato, in elicottero, a Castel Gandolfo per fargli visita. Il Papa emerito lo aveva accolto all’eliporto nelle Ville pontificie. Dopo essersi abbracciati, Francesco e Benedetto avevano pregato insieme, inginocchiati uno accanto all’altro, nella cappella del palazzo. Dopo il colloquio privato e il pranzo, il Papa emerito aveva accompagnato Francesco all’eliporto.

In molteplici occasioni Papa Francesco e il Papa emerito si sono incontrati personalmente. In particolare, il 5 luglio Benedetto xvi aveva preso parte a un incontro pubblico — per la prima volta da Papa emerito — in occasione della cerimonia d’inaugurazione, con Francesco, di un nuovo monumento a san Michele arcangelo nei Giardini vaticani. Il 22 febbraio 2014 aveva partecipato al primo Concistoro convocato da Papa Bergoglio per la creazione di nuovi cardinali. Il 28 settembre aveva presenziato con Francesco alla festa dei nonni sul sagrato della basilica di San Pietro. E il 19 ottobre 2014 aveva concelebrato con Papa Francesco la messa, in piazza San Pietro, in occasione della beatificazione di Paolo vi e della conclusione della terza assemblea straordinaria del Sinodo dei vescovi sulle «sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione».

Il 14 febbraio 2015 aveva nuovamente partecipato, nella basilica di San Pietro, al secondo Concistoro convocato da Francesco per la creazione di nuovi cardinali. E il 27 aprile aveva concelebrato, sempre con Papa Bergoglio, la messa per la canonizzazione dei predecessori Giovanni xxiii e Giovanni Paolo ii .

Il 30 giugno 2015 aveva ricevuto la visita di Papa Francesco al monastero Mater Ecclesiae per un saluto prima di un periodo di riposo a Castel Gandolfo: durante quel soggiorno aveva ricevuto, il 4 luglio, il dottorato honoris causa dalla Pontificia università Giovanni Paolo ii e dell’Accademia di musica di Cracovia.

L’8 dicembre, giorno di apertura del Giubileo straordinario della misericordia, aveva assistito all’apertura della Porta santa, varcandola subito dopo Papa Francesco.

Il 28 giugno 2016, in occasione del 65º anniversario della sua ordinazione sacerdotale, aveva preso parte a una cerimonia nella Sala Clementina del Palazzo apostolico, alla presenza di Papa Francesco.

Il 19 novembre 2016, il 28 giugno 2017, il 28 giugno 2018, il 5 ottobre 2019, il 28 novembre 2020 e il 27 agosto 2022 aveva ricevuto — nella cappella del monastero Mater Ecclesiale — i cardinali appena creati nel Concistoro e accompagnati da Papa Francesco.

Con un gesto di fraternità, dal 18 giugno al 22 giugno 2020, si era recato in aereo a Regensburg, in Germania, per essere accanto al fratello don Georg, gravemente malato e deceduto poi il 1° luglio.

La mattina del 31 maggio scorso aveva voluto raccogliersi in preghiera accanto al feretro del cardinale Angelo Sodano, davanti alla chiesa di Santo Stefano degli Abissini, prima delle esequie nella basilica di San Pietro.

La celebrazione della messa e la preghiera hanno scandito le giornate di Benedetto xvi al Mater Ecclesiae, tra studio, letture, musica e anche visite e passeggiate nella bellezza dei Giardini vaticani, accompagnate dalla recita del Rosario. Con lui, nel monastero, l’arcivescovo Georg Gänswein, suo segretario particolare e prefetto della Casa Pontificia, e la piccola comunità delle Memores Domini, associazione laicale nell’ambito di Comunione e liberazione.