Sugli incanti e sul dolore

13 dicembre 2022
Era l’ultima lezione prima delle vacanze di Natale e il professor Augusto Campana, allo scadere dell’ora, chiuse il libro che aveva davanti (un Giovanni Pontano padre amorevole, autore di splendide ninne nanne) e ci chiese che libri di poesia avessimo letto quell’anno. Eravamo un piccolo gruppo di allievi per una materia, Letteratura umanistica, che si annunciava e si rivelò bellissima, lo studio di poeti che nell’avanzare del volgare continuavano a usare un luminoso latino.
La domanda di Campana ci spiazzò; fino a quel momento avevamo conosciuto il docente che ci incantava parlando dei poeti quattro-cinquecenteschi, quel giorno iniziammo a conoscere il grande studioso che, nato bibliotecario, era custode appassionato di tutti i libri. Piano piano prendemmo coraggio. I nomi e i titoli che quel giorno di dicembre risuonarono ...
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