
13 dicembre 2022
Marina e i buchi nei vestiti che non riesce a rammendare, nascosti nella luce morbida di una penombra che rende tutto più bello, perfino la miseria. Marina e il mistero dell’amore, Marina e l’amara ironia su un fuoco interiore che è capace di trasportarla in un attimo nell’Empireo della poesia ma non è in grado di scaldare una zuppa per far mangiare i suoi bambini.
Marina Cvetaeva e il coraggio del grido, il coraggio della sincerità, quel “tagliar corto” parente stretto della poesia che chiude nel giro di una frase l’esperienza di una vita, grazie a parole astratte e concretissime, terrestri e celesti.
«Che cosa ho fatto perché nessuno/nessuno mi abbia amato come si ama/nella più miserabile canzone delle canzonette?» annota in fretta in uno dei suoi quaderni.
Regalandoci domande ...
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