
01 dicembre 2022
Mi è stato dato un corpo – cosa devo farne così unico e così mio? Per la placida gioia di respirare e vivere chi, ditemi, devo ringraziare? Io sono giardiniere e sono anche fiore, nella prigione del mondo io non sono solo. Sui vetri dell’eternità si è steso il mio respiro, il mio calore. Su di esso si è impresso un disegno ultimamente indecifrabile. Lascia che sgoccioli il sedimento dell’attimo— il caro disegno non si può cancellare.
La poesia di Osip Mandel’štam rivela lo stupore dell’uomo di fronte al miracolo dell’essere, amando l’esistenza della cosa più che la cosa stessa. Il testo qui proposto è tratto dal suo primo volume «La pietra» (Il Saggiatore, 2014 – trad. Gianfranco Lauretano).
A cura di Nicola Bultrini
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