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Concluso a Verona il Festival della Dottrina sociale

L’impegno della Chiesa
nella vita di ogni giorno

 L’impegno della Chiesa nella vita di ogni giorno  QUO-272
28 novembre 2022

Dal lavoro alla tutela delle fasce più deboli, dalla sanità alle imprese sociali: questi alcuni dei principali temi trattati nel Festival della Dottrina sociale che ieri, prima domenica di Avvento, ha chiuso i battenti a Verona, dopo che per quattro giorni, ben 100 relatori si sono confrontati in 25 panel su come “Costruire la fiducia” con “La passione dell’incontro”.

Decine i volontari che hanno partecipato anche a questa dodicesima edizione, organizzata dalla Fondazione Segni Nuovi, e che sono la linfa di questo appuntamento, per ribadire l’impegno della Chiesa nella vita di tutti i giorni.

Nell’omelia durante la messa conclusiva celebrata in duomo, il cardinale Mario Grech, segretario generale del Sinodo dei vescovi, ha detto che serve «passare dall’Io al Noi, cioè dall’individuo alla comunità, facendo spazio alle istanze degli altri». Riferendosi al messaggio inviato da Papa Francesco all’avvio dei lavori, il porporato ha sottolineato l’appello ad «essere artigiani di fiducia» e a una progettualità nelle iniziative, per una costruzione che solo così «potrà reggere ai marosi della storia». Dunque il Festival della Dottrina sociale della Chiesa «sia sempre vigilante e mai indifferente» nella promozione di «una cultura dell’incontro e della fiducia».

«A Verona abbiamo fatto parlare i fatti — ha commentato il presidente della Fondazione, Alberto Stizzoli —, abbiamo sentito la vita, le esperienze di tante persone che hanno costruito la fiducia. Tante famiglie ci hanno raccontato le loro realtà quotidiane».

Ai partecipanti è arrivato il saluto del presidente della Camera dei deputati della Repubblica italiana, Lorenzo Fontana: «L’attenzione e l’interesse con cui la xii edizione del Festival è stata seguita testimoniano ancora una volta l’importanza di occasioni di riflessione come questa, dedicata al tema della fiducia, dell’incontro e del dialogo — ha scritto — e, soprattutto in tempi difficili come quelli che stiamo vivendo, occorre promuovere e favorire la costruzione di una cultura fondata sul rispetto reciproco, sul dialogo e sulla condivisione». Il suo auspicio è che «attraverso il confronto costante e costruttivo possano essere vinte le sfide che l’attuale momento storico molto delicato e complesso ci pone in modo urgente e ineludibile».

Monsignor Domenico Pompili, vescovo di Verona, ha affermato che «aver collocato al centro dell’attenzione il tema della fiducia significa persuadersi del fatto che in una società tendenzialmente frammentata, che procede per blocchi contrapposti, occorre nutrire anzitutto questa capacità di dialogo. Mi sembra che stiamo dentro una condizione piuttosto segnata dalla diffidenza». Però, ha aggiunto il presule, «c’è tutta una serie di elementi che portano a ritenere che la fiducia sia l’ispiratrice dei comportamenti di ciascuno di noi nella vita quotidiana. La Dottrina sociale è un osservatorio privilegiato per indagare lo sviluppo non schiacciato semplicemente su parametri economici, ma facendo riferimento a tutta una serie di indicatori, senza i quali lo sviluppo anche economico, rischia di tracollare». Dal vescovo di Verona anche un pensiero alla tragedia di Ischia, con l’esortazione a stringersi attorno alla popolazione, perché «è l’ennesima situazione che purtroppo pone la questione del rapporto tra l’uomo e l’ambiente che non può essere né improvvisato né sottovalutato».

Per il sociologo dell’Università cattolica del Sacro Cuore, Mauro Magatti, «l’incontro è bellissimo, ma non è mai facile in nessuna epoca nella storia e anche oggi. Vediamo che ci sono tante chiusure, tanti scontri, tanti rifiuti; pensiamo al tema dei migranti, naturalmente o pensiamo alla questione ucraina. Ma non dobbiamo scoraggiarci perché non dobbiamo dare mai per scontato l’incontro». È un desiderio, per il sociologo, che «richiede la nostra passione e comunque sempre di mobilitarsi. Eppure l’anima dell’Italia periodicamente viene fuori. È bello vedere che quando ci sono queste situazioni anche di dramma, ci sono tante persone capaci di dedicarsi agli altri, di prendersi cura degli altri».

di Alessandro Guarasci
e Andrea De Angelis