· Città del Vaticano ·

Il racconto

Pettorine gialle
(con le scritte rosso sangue)

 Pettorine gialle (con le scritte rosso sangue)  QUO-268
23 novembre 2022

Ci sarebbe stata proprio bene la struggente voce di Noa — che stamani ha abbracciato il Papa per condividere il suo percorso musicale per i diritti umani e quelli del creato — a far da sottofondo alla carezza di Papa Francesco ai familiari delle donne vittime di violenze e brutalmente uccise.

E ora ce l’ha anche Francesco la pettorina gialla — con ben impresso il numero telefonico di pronta assistenza 1522 — dei volontari dell’associazione italiana vittime della violenza, nata nel 2006 su iniziativa dei familiari di donne morte per violenza. Hanno fortemente voluto consegnarla al Papa — durante l’udienza generale di mercoledì 23 novembre in una piazza San Pietro accarezzata dal sole, impreziosita dall’albero di Natale e con il grande presepe già “in cantiere” — perché, spiegano, «lo sentiamo vicino nel nostro servizio di denuncia e di tutela a favore delle donne vittime di violenze tra le mura di casa».

Sulla pettorina gialla le scritte sono in rosso. Il colore del sangue. «Perché qui si parla di sangue, violenza, morte» insiste il presidente, Massimo Santucci. Ciascuno dei volontari, confida, «è sempre alle prese con un dolore che non si cancella».

Al Pontefice l’associazione ha presentato il progetto della casa protetta “Fiori recisi” a Cino, nel comasco. Realizzata anche con il contributo della Conferenza episcopale italiana nello stabile che ospitava una scuola, essa può accogliere dieci donne, con figli, «in serio pericolo di vita nel periodo dell’emergenza più grave».

La struttura è dedicata alla memoria di Sonia Di Gregorio: ventenne, aveva una bambina di 2 anni quando venne uccisa a coltellate dal marito proprio a Cino.

Santucci non fa ricorso a giri di parole: «Oggi le vittime della violenza non hanno l’assistenza adeguata, da nessun punto di vista. E i tanti fatti di cronaca lo testimoniano». Da parte sua «l’associazione, per quello che può, offre l’assistenza morale, psicologica e legale in tutti i casi di violenza e il supporto per ogni tipo di situazione che potrebbe portare alla sofferenza di una donna, mediante un sostegno concreto e un aiuto immediato. Perché non sia troppo tardi...».

Venerdì 25 novembre si celebra la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne e — dice Santucci — «come ogni anno veniamo a incontrare Papa Francesco per ricevere una parola di incoraggiamento».

Stamani ad accompagnare in piazza San Pietro i rappresentanti dell’associazione c’erano anche alcune realtà sportive che, nei giorni scorsi, hanno organizzato a Morbeglio «una partita di calcio per raccogliere fondi e anche per rilanciare il messaggio contro le violenze»: la nazionale delle vecchie glorie calcistiche (All blacks) di Sondrio, Como e Lecco (tra loro anche Pietro Vierchowod); la “nazionale” dei sindaci; la “nazionale” dei magistrati e la comunità degli alpini.

L’oste in bici da Portacomaro


È partito il 18 ottobre in bicicletta da Portacomaro, il paese di origine della famiglia Bergoglio, dove Papa Francesco si è recato sabato scorso in occasione dei novant’anni della cugina Carla Rabezzana. Per Gianfranco Mossa, ristoratore di Avigliana in Piemonte, la lettura dell’enciclica Laudato si’ nel tempo delle chiusure per la pandemia ha fatto scoccare del tutto «la scintilla», divampata poi con le pagine della Fratelli tutti. «Ho deciso di pedalare sulla mia bici fino a Roma in un viaggio-pellegrinaggio lungo 700 chilometri sulla via Francigena — racconta — per portare al Papa il paniere del pellegrino, con i prodotti caratteristici e sani della terra italiana». È la stessa bici che usava per fare le consegue alimentari durante la pandemia.

Simbolicamente la partenza di questa impresa ciclistica è avvenuta a Portacomaro. «Prima del “via” abbiamo incontrato proprio la cugina di Papa Francesco, siamo andati alle “radici”». Poi, «lungo la strada, ci siamo fermati a conoscere le realtà che vivono ancora l’agricoltura con lo stile indicato dalla Laudato si’: sono tante! Abbiamo trovato un’Italia accogliente, con il sorriso, capace di recuperare i legami sociali e di riscoprire sostenibilità ambientale e tutela del creato».

L’“avventura” di Gianfranco Mossa verrà ora raccontata in un documentario — L’oste a pedali — da Gabriele Ziola e la regista Giulia Livigni, che hanno pedalato accanto a Mossa, e dal produttore Fulvio De Marchi.

Dall’Argentina per un’etica nella salute


«Più pazienti che clienti»: parla chiaro monsignor Alberto Germán Bochatey, vescovo ausiliare di La Plata e segretario generale della Conferenza episcopale argentina, nel presentare i contenuti e gli obiettivi del vii Seminario di etica nella gestione della salute. A organizzarlo all’Augustinianum, proprio la Conferenza episcopale argentina in collaborazione con l’Associazione latinoamericana e caraibica dei sistemi privati di salute (Alami) e con il patrocinio della Pontificia accademia per la vita.

Tra i circa centoventi partecipanti, spiega il vescovo Bochatey, «ci sono imprenditori del mondo della sanità, delle realtà ospedaliere, delle industrie farmaceutiche e anche rappresentanti delle università» venuti dai Paesi latinoamericani e caraibici.

Accanto ai malati nel ricordo di Cilla


È stata fondata nel 1981 ad Asti — dove Francesco è stato in visita sabato e domenica scorsi — l’associazione che ricorda Maria Letizia Galeazzi, per tutti “Cilla”: aveva 15 anni quando, nel 1976, è morta in un incidente stradale. E infatti, spiega il presidente Luca Petrolo, «Cilla non è una sigla ma il nome di una ragazza» e in questa scelta c’è l’essenza del servizio stesso dell’associazione voluta dai genitori Rino ed Elsa. Proprio nel ricordo della figlia «che aveva vissuto, con la sua famiglia, l’esperienza educativa di Comunione e liberazione».

«Ci occupiamo dell’assistenza ai malati — racconta Petrolo — che, per le cure, sono costretti a spostarsi dalla propria residenza in centri specializzati». Senza dimenticare «le famiglie che devono affrontare difficoltà logistiche, economiche e anche di comunicazione con il personale sanitario».

«A oggi siamo presenti in 13 città con 11 case “Cilla” e 5 sedi, senza struttura, per supportare anche i migranti che necessitano di assistenza» fa presente Petrolo. Ogni anno circa settemila persone sono assistite con questo stile da circa cento volontari.

L’impegno della Fidae per la scuola


Francesco ha incoraggiato l’azione concreta della Federazione italiana di attività educative (Fidae) presente con 150 rappresentanti all’udienza, in occasione dell’apertura dell’assemblea e del convegno nazionale delle scuole cattoliche, in programma a Roma da oggi a venerdì 25 novembre. Per la presidente Virginia Kaladich tra le priorità c’è il sostegno alle scuole cattoliche, in modo che si possa continuare a offrire libertà di scelta educativa, affrontando le attuali difficoltà culturali ed economiche.

E la Fidae è anche in prima linea nell’attuazione del Patto educativo globale — lanciato da Papa Francesco il 12 settembre 2019 — attraverso il progetto #vogliamofarescuola.

Dal Canavese un presepe per il Papa


Un presepe dalla terra del Canavese in dono al Papa: a realizzarlo, artigianalmente, secondo la tradizione, i “maestri” dell’associazione “Presepi ant ij such” di Cuceglio. Ad accompagnare la delegazione — con il sindaco e il parroco — c’era il cardinale Arrigo Miglio, originario di San Giorgio Canavese. Nel pomeriggio il porporato prende possesso del titolo di San Clemente.

Da Bonefro, paesino del Molise, con il parroco don Luigi Mastrodomenico è venuto in pellegrinaggio un «piccolo gruppo famiglie, nato dagli incontri di riflessione sull’esortazione apostolica Amoris laetitia: anziani e giovani, insieme come insegna Papa Francesco». (giampaolo mattei e fabrizio peloni)

di Giampaolo Mattei
e Fabrizio Peloni