· Città del Vaticano ·

Lettere dal Direttore

Saper discernere
il tempo che viviamo

14 novembre 2022

«Mentre alcuni parlavano del tempio e delle belle pietre e dei doni votivi che lo adornavano, Gesù disse: “verranno giorni in cui, di tutto quello che ammirate, non resterà pietra su pietra che non venga distrutta”». Parole dure, nette, che mi hanno colpito anche perché pochi minuti prima che cominciasse la celebrazione, seduti in un’ala della basilica nei pressi del meraviglioso baldacchino del Bernini, stavamo lì a parlare con Mimmo in fondo, senza saperlo, proprio di questo.

Mimmo è uno dei poveri appunto, un senzatetto che da giugno collabora stabilmente con l’avventurosa redazione dell’«Osservatore di strada». È un uomo di mezza età, bassino e con un sorriso sempre pronto a fiorire tra le rughe del viso, che parla con un forte — a volte fiero — accento del nord, è di Varese. «Mimmo,» gli dico, «che bello eh? Guarda che magnificenza!» indicandogli lo splendore della basilica. Lui prontamente mi risponde mettendomi a parte del suo disagio, mi dice che non riesce a pregare in una chiesa così, «troppo pomposa».

Non rispondo e quando ascolto le parole del Vangelo comincio a meditare. E poi arriva l’omelia di Papa Francesco, che sembra aver ascoltato il mio dialogo con Mimmo di qualche minuto prima: «Mentre alcuni parlano della bellezza esteriore del tempio e ammirano le sue pietre, Gesù risveglia l’attenzione circa gli eventi travagliati e drammatici che segnano la storia umana. Infatti, mentre il tempio costruito dalle mani dell’uomo passerà, come passano tutte le cose di questo mondo, è importante saper discernere il tempo che viviamo, per rimanere discepoli del Vangelo anche in mezzo agli sconvolgimenti della storia».

Ho continuato a meditare, ringraziando dentro di me Mimmo per avermi aiutato a fare discernimento, del resto questa è la messa dei poveri.