· Città del Vaticano ·

L’intervento del cardinale Ayuso Guixot

La crisi ecologica
è una crisi di valori

 La crisi ecologica è una crisi di valori  QUO-253
05 novembre 2022

Pubblichiamo il testo dell’intervento svolto durante l’incontro dal cardinale Miguel Ángel Ayuso Guixot, prefetto del Dicastero per il dialogo interreligioso.

Santità,
Eminenza,
Illustri Membri del Muslim Council of Elders,

ho l’onore di rivolgermi a voi a nome della delegazione vaticana. Certo, sono tante le sfide da affrontare nel xxi secolo, ma vorrei brevemente soffermarmi su una problematica comune e condivisa tra noi cristiani e musulmani, e che è alla sorgente di tante altre sfide, e cioè la crisi ambientale. La nostra fragilità come esseri umani e la nostra interdipendenza l’uno dall’altro, come le situazioni di conflitto e la pandemia di Covid-19 hanno eloquentemente messo in evidenza, sono un motivo più che sufficiente per essere uniti e impegnati a lavorare insieme per migliorare l’umanità.

Promuoviamo dunque l’unità, la solidarietà e la fratellanza tra tutti, in modo da poter affrontare insieme e con coraggio le sfide del xxi secolo e quelle dell’immediato futuro. La speranza è che possiamo insieme uscire dalla crisi attuale migliori e più forti e che possiamo aiutare le nostre società a diventare più umane, a diventare un luogo in cui le persone si prendono cura l’una dell’altra e del creato.

C’è un urgente bisogno che i fedeli delle diverse religioni uniscano i loro sforzi per promuovere un ordine sociale ecologicamente responsabile, basato su valori condivisi. La crisi ecologica e la salvaguardia dell’ambiente per quanto riguarda le persone, il pianeta, la prosperità, la pace e la convivenza sociale sono essenziali per tutte le fedi e sono indissolubilmente legate l’una all’altra.

Anche i leader delle comunità religiose svolgono un ruolo vitale nel plasmare atteggiamenti, opinioni e comportamenti tra i loro seguaci per una gestione giudiziosa e un uso equo delle risorse naturali e per lo sviluppo sostenibile di tutti. Inoltre, hanno anche un dovere morale, come afferma il Documento sulla Fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, per diffondere «i valori della pace, della giustizia, del bene, della bellezza, della fratellanza umana e della convivenza comune».

La crisi ecologica è legata, in definitiva, a una crisi di valori, a un vuoto spirituale che pervade la società del nostro tempo e il dialogo interreligioso è fondamentale per risolverla. C’è quindi la necessità di offrire modelli alternativi basati su valori e percorsi spirituali.

L’interconnessione e l’interdipendenza degli esseri umani e della natura invitano ognuno ad andare oltre le differenze di classe, credo, razza o cultura, a collaborare per proteggere la salute della casa della famiglia umana, ora e per le generazioni future. La religione ci può aiutare a fare un primo passo verso il cambiamento collettivo.

Molte persone religiose oggi condividono l’idea che la crisi ambientale è causata dagli esseri umani e si sforzano, perciò, di offrire modelli di vita alternativi basati sui propri percorsi spirituali. Vorrei qui citare un hadith secondo il quale Muhammad disse: «Se arriva l’Ora Finale mentre hai tra le mani un germoglio di una pianta ed è possibile piantarlo prima che arrivi l’Ora, dovresti piantarlo» (Anas Ibn Malik). Perciò fino alla fine dei nostri giorni, noi esseri umani, siamo invitati a prenderci cura dell’ambiente che ci circonda facendo crescere la vita.

La preoccupazione per il degrado ambientale è una realtà interreligiosa: le religioni possiedono la sapienza che può aiutare a operare quei cambiamenti nei nostri stili di vita necessari per superare il deterioramento delle condizioni del Pianeta e che abbracciano tutti gli ambiti: ambientale, economico, sociale, culturale e quello della vita quotidiana.

Mi permetto di condividere alcuni spunti di riflessione che, a mio parere, la sfida ambientale pone al dialogo interreligioso:

1. Andare oltre i propri confini. C’è un urgente bisogno che i seguaci di tutte le religioni si uniscano nel costruire un ordine sociale ecologicamente responsabile basato su valori condivisi. La pandemia di Covid-19 ne è un chiaro esempio. L’accelerazione dei problemi ambientali globali ha accresciuto l’urgenza della cooperazione interreligiosa.

2. Affrontare i problemi ambientali, considerando che la «solidarietà universale» è necessaria per unire la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo integrale e sostenibile.

3. Curare la salubrità e la sostenibilità del pianeta con programmi educativi condivisi per suscitare la coscienza ecologica e promuovere iniziative comuni attraverso il pieno coinvolgimento dei fedeli di differenti religioni, che vivono e lavorano fianco a fianco.

4. Recuperare la consapevolezza del legame tra umanità e natura, anche mediante i testi sacri delle varie religioni, per tradurlo nella vita quotidiana.

5. Promuovere l’impegno comune con i fedeli delle altre religioni e un cambiamento di atteggiamenti e di stili di vita, mediante il recupero di quei valori religiosi che creano una nuova coscienza ambientale.

Le sfide del xxi secolo, tra le quali quella ambientale, sono un’opportunità e un dono per accrescere le relazioni fra credenti e per adattarci a un nuovo modo di vivere basato sull’amore fraterno, sull’uguaglianza, sulla giustizia, sull’armonia e sulla pace.

Nella situazione di incertezza, di paura e di vuoto nella quale siamo immersi dobbiamo tornare alle radici della nostra stessa fede. Si deve tornare all’essenziale perché il nostro sia un vero “rinnovamento” spirituale che possa portare ad una cultura dell’incontro capace di andare oltre le differenze e le divisioni e di incidere in maniera profonda sulla vita di questo mondo.

La consapevolezza della nostra comune umanità, del nostro comune destino e della responsabilità che condividiamo nei confronti degli altri e del mondo deve spronarci a continuare a sviluppare la necessaria solidarietà interreligiosa per il benessere della famiglia umana perché insieme possiamo collaborare generosamente, come ha scritto Papa Francesco nell’enciclica Laudato si’: «... come strumenti di Dio per la cura della creazione, ognuno con la propria cultura ed esperienza, le proprie iniziative e capacità» ( ls , 14).