
Anche nei «deserti più aridi» la vita può rifiorire quando è irrigata dall’«acqua» dell’incontro, del dialogo, della convivenza pacifica. Utilizzando un’immagine ricorrente nei suoi discorsi in Bahrein, il Papa è tornato a rilanciare con forza la necessità di «promuovere la pace attraverso strumenti di pace». Lo ha fatto ieri parlando ai membri del Muslim Council of Elders — incontrati nel pomeriggio presso la moschea ad Awali — e invitandoli «a ritrovare queste sorgenti di vita dimenticate» per evitare che «il deserto dell’umanità» divenga «sempre più arido e mortifero». Un appello ripetuto nel successivo incontro ecumenico — scandito da una “preghiera per la pace” elevata ad una sola voce dai rappresentanti delle Chiese e delle confessioni cristiane riuniti nella cattedrale di Nostra Signora d’Arabia — e poi questa mattina durante la messa celebrata nello Stadio nazionale. «Serve “disinnescare”, spezzare la catena del male, rompere la spirale della violenza..., serve restare nell’amore, sempre» ha detto il Papa nell’omelia, che oggi pomeriggio incontra i giovani e domenica mattina conclude il suo viaggio nel regno bahrenita pregando con i vescovi, il clero e i religiosi.
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