· Città del Vaticano ·

Lettere dal Direttore

70 anni belli

Italian director and actor Roberto Benigni arrives at the 11th annual Rome Film Festival, in Rome, ...
27 ottobre 2022

Ho conosciuto Roberto Benigni quando un giorno di diversi anni fa mi squillò il telefono e la voce dall’altra parte mi disse, esclamando: “Ciao Andrea, sono Roberto!”. Non capii subito chi fosse ma poi l’accento inconfondibile mi aiutò a capirlo e in realtà c’era un motivo che, da un certo punto di vista, giustificava quella telefonata (che rimaneva comunque del tutto gratuita): quella mattina era uscito un mio articolo in cui parlavo bene dello spettacolo di Benigni su Dante, in particolare prendevo spunto da una critica molto severa apparsa su un altro quotidiano che stroncava lo spettacolo accusandolo di aver tradito Dante, perché aveva “abbassato, volgarizzato” il suo grande poema. Rovesciando i termini della questione io invece sostenevo che quello era il maggior pregio dello spettacolo, proprio in termini “filologici”: lo stesso Dante aveva scelto di scrivere la Commedia in lingua volgare anziché in latino, quindi “volgarizzarlo” non era tradire ma rendere un omaggio in piena coerenza con lo spirito di Dante.

“Sono Roberto!” esclamò la voce nella cornetta, “E ti voglio ringraziare per il tuo articolo di oggi, grazie! Sono felice e, come dice Chesterton, mi sento come un bambino che fa le capriole sull’erba!”.

Ecco questo è stato il nostro primo approccio che poi si è sviluppato in una bella storia di amicizia. Lo voglio citare oggi, che Roberto compie 70 anni, perché c’è già un po’ tutto in questo breve scambio di battute, un po’ come fosse il big-bang che precede tutto il resto, il seme che contiene tutto l’albero, qui c’è già tutto: il senso della gratuità e della gratitudine, il suo essere bambino, il suo essere esclamativo.

Oggi compie 70 anni questo magnifico bambino che ogni giorno scopre e morde golosamente tutto il mondo. Per Roberto nulla di ciò che esiste è scontato ma tutto è fonte di stupore perché è generosamente “apparecchiato” per il godimento dell’uomo. Se tutto è gratuitamente dato, allora per tutto si può e si deve ringraziare.

C’è nel romanzo di Tolkien Il signore degli anelli un personaggio, Tom Bombadil, che non fa altro che saltellare canticchiando filastrocche tra i boschi della Vecchia Foresta e così, in modo contagioso e irresistibile infonde coraggio e speranza a chiunque incontri. Tom ha una moglie, Baccador, alla quale regala fasci di fiori di campo da lui raccolti ogni giorno. Ecco Roberto, meglio: ecco Roberto e Nicoletta, due magnifici esempi di genius loci, di questo meraviglioso “locus” che è l’Italia, che ci coinvolgono e ci sorprendono per la purezza e la gentilezza della loro avventura amorosa.

A questo gentile folletto dei boschi che saltella nelle nostre vite ricordando le meraviglie del mondo e dell’amore, voglio esprimere la mia gratitudine, anche perché, infine, Roberto ha il coraggio di essere un “esclamativo”. All’uomo del Novecento ben rappresentato, anche graficamente, dalle “contorsioni” del punto interrogativo, simbolo del dubbio che si curva su se stesso, Benigni risponde con la statura alta, dritta e sfrontata del punto esclamativo. Lui è pronto a balzare in piedi di fronte alla chiamata della vita. Al “cogito (anzi, dubito) ergo sum”, Benigni rilancia con “sum ergo gaudeo”: sono, dunque gioisco. E noi gioiamo con lui per questi 70 anni di vita piena, avventurosa, bella.