· Città del Vaticano ·

La suora psicoterapeuta che aiuta la gente a superare i propri traumi

Per la guarigione
delle ferite interiori

 Per la guarigione delle ferite interiori  QUO-245
25 ottobre 2022

Faccio parte delle Suore della Misericordia di San Carlo Borromeo. Siamo una congregazione molto attiva ma, al tempo stesso, la parte contemplativa è per noi fondamentale. La nostra missione è di essere vicino a coloro che soffrono. Le nostre prime consorelle hanno curato i malati di peste sulle strade di Nancy, in Francia, dopo la Guerra dei Trent’anni.

La mia professione di origine è quella di infermiera. Ho lavorato parecchi anni nel nostro ospedale a Praga, in diversi reparti. E proprio lì è nato il desiderio di capire meglio le dinamiche interiori della persona, le dinamiche psicologiche. Mi è capitato che alcuni pazienti mi raccontassero le loro storie, con le loro sofferenze e, talvolta, che gli stessi parenti sentissero il bisogno di questa condivisione. Mi sono resa conto che l’ascolto aiuta ad alleviare la sofferenza e ho sentito l’esigenza di avere strumenti adeguati a mia disposizione per poter aiutare coloro che mi confidavano il proprio dolore.

Sempre in quel periodo, ho iniziato a studiare teologia e, parallelamente, ad interessarmi al tema delle ferite interiori. Ho dedicato la mia tesi di licenza in teologia al tema interdisciplinare dell’importanza dell’accettazione e della guarigione della propria storia personale, per la crescita spirituale. La relatrice della mia tesi, lei stessa psicologa, mi ha dato un impulso importante affinché proseguissi gli studi di psicologia.

Mi sono, quindi, trasferita a Roma, iscrivendomi all’Istituto di psicologia presso la Pontificia Università Gregoriana. Tornata a Praga, ho cominciato a lavorare come psicoterapeuta, ricevendo tantissimi pazienti, con traumi complessi. Alcuni di loro avevano subito abusi sessuali, un trauma che richiede un lavoro delicato ed impegnativo. Cercavo di studiare tanto per capire come aiutare sempre meglio queste persone ed ero alla ricerca di approcci sempre più efficaci. È in questo contesto che ho conosciuto il metodo emdr (Eye Movement Desensitization and Reprocessing).

Questo approccio aiuta a risollevare le persone dalla loro sofferenza, attraverso l’elaborazione degli eventi traumatici subiti, che rimangono bloccati nelle reti neuronali, causando numerosi sintomi. Il metodo emdr ha vari tipi di protocolli, applicabili a seconda della problematica del paziente, che può derivare da due tipi di traumi: quelli relazionali, subiti nell’infanzia e quelli causati da circostanze che mettono in pericolo la vita stessa (disastri, incidenti stradali, terremoti, guerre, ecc...).

Oltre ai diversi tipi di protocolli, ci sono anche strumenti che possono essere usati subito dopo un evento traumatico, per aiutare le persone a stabilizzare il sistema nervoso e ad elaborare i sintomi intrusivi. Per esempio, un anno fa, nella Repubblica Ceca, c’è stata una tromba d’aria che ha devastato cinque paesi in Moravia. L’Associazione emdr (Český institut pro psychotraumatologii a emdr), fondata nel 2020, a cui appartengo, si è messa in contatto con i colleghi italiani. La presidente dell’Associazione emdr Italia, la dottoressa Isabel Fernandez, è stata di grande supporto, per noi, durante quel disastro. Ci ha dato degli strumenti per avvicinare la gente e aiutarla ad affrontare la situazione. Io e la mia collega, Zuzana Čepelíková, presidente della nostra associazione, siamo andate in Moravia, per lavorare con le persone sul campo. In quel periodo, abbiamo anche contattato il dottor Ignazio Jarero, collega messicano dell’emdr, che ha sviluppato protocolli specifici per le terapie di gruppo molto utili nel contesto dei disastri, dove è difficile poter seguire i pazienti singolarmente e spesso sono necessarie delle sedute collettive.

Questa esperienza ci ha preparato ad affrontare l’emergenza ucraina. Una settimana dopo lo scoppio della guerra, Zuzana Čepelíková ha organizzato alcuni corsi online per i colleghi ucraini, psicologi e psichiatri, con la collaborazione dell'Associazione emdr Ucrainaкраїe il grande supporto dell’emdr Europe e del dottor Jarero. Da quel momento in poi, abbiamo tenuto numerosi corsi per oltre 1500 colleghi ucraini, che hanno potuto prestare aiuto, concretamente, sul campo.

A giugno, durante una conferenza internazionale dell’emdr, a Valencia, ho potuto incontrare e raccogliere le testimonianze di alcune colleghe ucraine. In particolare, una di loro che lavora in un ospedale militare, mi ha raccontato che l’utilizzo del metodo emdr ha un risvolto positivo anche sulla guarigione fisica dei soldati feriti, poiché, aiutandoli ad elaborare i traumi subiti e a rilassare il sistema nervoso, li rende più ricettivi alle cure mediche. In questo momento terribile e difficile, abbiamo sperimentato anche la vicinanza, la solidarietà, la tenerezza che potevamo donarci vicendevolmente. È stata un’esperienza bellissima, a livello umano, perché abbiamo sperimentato che, se dobbiamo affrontare realtà tragiche, siamo capaci di aiutarci a vicenda. La solidarietà può far crescere fiori di bontà e di bellezza, anche nelle situazioni più dolorose che attraversiamo.

di Theresien Bartoňová


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