· Città del Vaticano ·

Il Papa a cappellani di scuole della Svizzera romanda

Verso un’unità più piena
con i protestanti

 Verso un’unità più piena con i protestanti  QUO-230
07 ottobre 2022

L’auspicio di un’unità sempre più piena tra cattolici e protestanti è stato espresso da Papa Francesco nel saluto ad alcuni cappellani di scuole della Svizzera romanda, ricevuti in udienza nella tarda mattinata di oggi, nella Biblioteca privata del Palazzo apostolico. Pubblichiamo il testo delle parole del Santo Padre in risposta ad alcuni interrogativi formulati da Roberto De Col, a nome dei presenti, su come aiutare oggi i giovani studenti.

Caro fratello,
Cari fratelli e sorelle,

Vi ringrazio di avermi fatto conoscere la vostra esperienza di servizio, accanto a giovani studenti della Svizzera romanda. Un lavoro impegnativo, ma che sicuramente dà tanto a chi lo vive con una motivazione forte e con animo generoso.

Ringrazio il vostro “portavoce” per la sua presentazione — molto chiara, anche le tue domande finali —, che ha messo in luce alcuni aspetti della realtà giovanile. Questo è prezioso perché non sono cose che avete letto sui libri: è il frutto del vostro stare con i ragazzi, accompagnarli, ascoltarli... E anche portarli davanti al Signore, nella preghiera. È lì, nel silenzio, che riemergono i volti, le storie, i sorrisi e le lacrime, i sogni... Ed è lì che voi ritrovate anche lo slancio interiore, perché un lavoro come il vostro assorbe molte energie e può esaurire lo spirito se non c’è la “linfa” del Signore che lo ricarica.

Mi piace vedere il vostro lavoro sullo sfondo del Sinodo per e con i giovani, che abbiamo vissuto quattro anni fa. Anche quel Sinodo non si è esaurito con un bel documento finale, ma è stato il momento culminante di un cammino ecclesiale che precede e che segue l’assemblea. E direi che, con il vostro stare accanto ai giovani, anche voi potete, in un certo senso, scrivere nuove pagine della Lettera che è venuta fuori da quel Sinodo: l’Esortazione apostolica Christus vivit (25 marzo 2019).

Ogni volta che uno di voi si affianca a due o tre giovani in cammino, li ascolta, ascolta le delusioni, i fallimenti, i dubbi che portano dentro, e poi parla loro di Gesù Cristo, risvegliando nei loro cuori la speranza, lì si rinnova qualcosa dell’esperienza dei discepoli di Emmaus. Non dipende dalla vostra bravura: è Cristo vivo che passa, è il suo Spirito che agisce; ma è importante che voi ci siate, è necessaria la vostra presenza accanto a loro. Essere lì, accompagnare.

E un altro aspetto che merita di essere sottolineato è quello ecumenico: voi siete cattolici e protestanti e lavorate insieme. Un tempo ci bruciavamo! Adesso è bello questo lavorare insieme, è bello, lavorare in collaborazione. E questo è buono, dà buona testimonianza, e può aiutare la Chiesa a crescere verso un’unità sempre più piena, più conforme alla volontà di Cristo Signore. Vi incoraggio ad andare avanti su questa strada.

Cari fratelli e sorelle, vi ringrazio ancora della vostra visita. Vi auguro ogni bene per il vostro lavoro. Di cuore benedico voi, i vostri colleghi e le vostre famiglie. E vi chiedo per favore di pregare per me.