· Città del Vaticano ·

Da New York l’appello del cardinale Pietro Parolin nella Giornata per la totale eliminazione delle armi nucleari

Un imperativo morale
e umanitario

The Vatican's Secretary of State Cardinal Pietro Parolin addresses the 77th session of the United ...
27 settembre 2022

«Una sfida», ma anche «un imperativo morale e umanitario»: così il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, ha definito l’obiettivo dell’eliminazione totale delle armi nucleari. Il porporato è intervenuto ieri, a New York, a un incontro di alto livello organizzato dalle Nazioni Unite in occasione della Giornata internazionale per la totale eliminazione delle armi nucleari. Una ricorrenza che ora assume un significato particolare, dato che — ha sottolineato il cardinale Parolin — la guerra in corso in Ucraina da ormai sette mesi «ha riportato in Europa un conflitto armato che non si vedeva da generazioni».

«La ripugnante minaccia dell’uso di armi nucleari che ha accompagnato il conflitto illustra quanto il mondo si sia avvicinato all’abisso della guerra nucleare», ha aggiunto.

Deplorando «la modernizzazione e l’espansione degli arsenali nucleari», il segretario di Stato ha espresso «il profondo rammarico» della Santa Sede per «la mancanza di un documento finale consensuale alla decima Conferenza di revisione del Trattato di non proliferazione nucleare (Tnp)», svoltasi a New York nel mese di agosto, nonché «la mancanza di nuovi impegni significativi in materia di disarmo».

Al contempo, il porporato ha ricordato l’adozione, lo scorso giugno, di una Dichiarazione e un Piano di azione che assicurano progressi nel disarmo nucleare «soprattutto nei settori della verifica, dell’assistenza alle vittime e della bonifica ambientale». Ad adottare i documenti sono stati i Paesi parte del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (Tpnw), ma la speranza della Santa Sede è che «gli Stati dotati di armi nucleari contribuiscano a sforzi simili».

Il porporato ha poi auspicato che gli Stati «rinvigoriscano altre componenti del regime di disarmo nucleare», ovvero facendo entrare in vigore il Trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari (Ctbt) e avviando «negoziati sui Trattati sul materiale fissile e sulle garanzie di sicurezza negative», ossia sulle garanzie di non utilizzazione di armi nucleari contro Paesi che non ne siano possessori. In quest’ottica, il segretario di Stato ha invocato «una risposta collettiva e concertata basata sulla fiducia reciproca e che tenga conto delle catastrofiche conseguenze umanitarie e ambientali dell’uso del nucleare», perché «finché esisteranno le armi nucleari, non potremo escludere la possibilità di un loro utilizzo, che minaccia ogni possibile futuro per la nostra casa comune e l’esistenza stessa dell’umanità».