Quando tutto si spalanca,

27 settembre 2022
«Ce la fai, fratè?». Ha detto proprio così, non era un insulto. Per un attimo ho pensato di aver capito male; l’ha mandato a quel paese, ovvio. E invece no. Sono le otto di mattina, tutti corrono, i negozi del centro devono essere riforniti, i taxi devono passare, i risciò a pedali si accalcano nelle minuscole piazze ingombre di monopattini senza fretta, con l’allegria svagata e pigra dei turisti. Ma chi lavora, di solito, non ha tempo di guardarsi intorno e sorridere. Ha fretta di fare quello che deve fare. Punto. «Ce la fai, fratè?» dice piano l’autista del camioncino al ragazzo che sta spingendo in senso contrario al suo un enorme carrello di lenzuola, in una via stretta del centro di Roma. È rimasto imbottigliato tra un parcheggio abusivo e un motorino storto, ma l’autista non ...
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