· Città del Vaticano ·

L’Angelus nella Giornata mondiale del migrante e del rifugiato

Per un futuro più inclusivo

 Per un futuro più inclusivo  QUO-220
26 settembre 2022

Gli appelli per Myanmar, Ucraina e Camerun


«Più nascite» e «più figli» per l’Italia: lo ha auspicato Papa Francesco all’Angelus domenicale recitato a Matera al termine della messa conclusiva del 27° Congresso eucaristico nazionale. Invocando la materna intercessione di Maria «per i bisogni più urgenti del mondo», il Pontefice ha ricordato in particolare il Myanmar, l’Ucraina, il Camerun e i migranti e i rifugiati di tutto il mondo in occasione della Giornata ad essi dedicata. Ecco le sue parole prima della recita della preghiera mariana.

Al termine di questa Celebrazione, desidero ringraziare tutti voi che vi avete preso parte, rappresentando il Popolo santo di Dio che è in Italia. E sono grato al Cardinale Zuppi che se n’è fatto portavoce. Mi congratulo con la Comunità diocesana di Matera-Irsina per lo sforzo organizzativo e di accoglienza; e ringrazio tutti coloro che hanno collaborato per questo Congresso Eucaristico.

Ora, prima di concludere, ci rivolgiamo alla Vergine Maria, Donna eucaristica. A Lei affidiamo il cammino della Chiesa in Italia, perché in ogni comunità si senta il profumo di Cristo Pane vivo disceso dal Cielo. Io oserei oggi chiedere per l’Italia: più nascite, più figli. E invochiamo la sua materna intercessione per i bisogni più urgenti del mondo.

Penso, in particolare, al Myanmar. Da più di due anni quel nobile Paese è martoriato da gravi scontri armati e violenze, che hanno causato tante vittime e sfollati. Questa settimana mi è giunto il grido di dolore per la morte di bambini in una scuola bombardata. Si vede che è la moda, bombardare le scuole, oggi, nel mondo! Che il grido di questi piccoli non resti inascoltato! Queste tragedie non devono avvenire!

Maria, Regina della Pace, conforti il martoriato popolo ucraino e ottenga ai capi delle Nazioni la forza di volontà per trovare subito iniziative efficaci che conducano alla fine della guerra.

Mi unisco all’appello dei Vescovi del Camerun per la liberazione di alcune persone sequestrate nella Diocesi di Mamfe, tra cui cinque sacerdoti e una religiosa. Prego per loro e per le popolazioni della provincia ecclesiastica di Bamenda: il Signore doni pace ai cuori e alla vita sociale di quel caro Paese.

Oggi, in questa domenica, la Chiesa celebra la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, sul tema “Costruire il futuro con i migranti e i rifugiati”. Rinnoviamo l’impegno per edificare il futuro secondo il disegno di Dio: un futuro in cui ogni persona trovi il suo posto e sia rispettata; in cui i migranti, i rifugiati, gli sfollati e le vittime della tratta possano vivere in pace e con dignità. Perché il Regno di Dio si realizza con loro, senza esclusi. È anche grazie a questi fratelli e sorelle che le comunità possono crescere a livello sociale, economico, culturale e spirituale; e la condivisione di diverse tradizioni arricchisce il Popolo di Dio. Impegniamoci tutti a costruire un futuro più inclusivo e fraterno! I migranti vanno accolti, accompagnati, promossi e integrati.