· Città del Vaticano ·

Almeno 81 migranti morti in un naufragio al largo della Siria
Si salvano solo in venti

Speranze inabissate

People take part in the rescue process of migrants in the port of Tartous, Syria September 22, 2022 ...
23 settembre 2022

Strappati dal mare, ma troppo tardi: sono almeno 81 (ma il numero cresce di ora in ora) i migranti morti nel naufragio della loro imbarcazione a largo delle coste della Siria e i cui corpi sono stati recuperati. Il ministero della Salute di Damasco riferisce anche di 20 sopravvissuti, ricoverati in ospedale a Tartus. La maggior parte dei migranti, tra cui donne e bambini, è di origine libanese e siriana, ma alcuni non hanno documenti di identità.

Chi si è salvato ha raccontato che «l’imbarcazione era partita dal Libano giorni fa». A bordo pare ci fossero oltre 150 persone, il che significa che il mare ha inghiottite molte vite. Le autorità siriane ipotizzano che i migranti fossero salpati da Miniyeh, a nord del porto libanese di Tripoli. Poi, il naufragio per ragioni ancora ignote.

Si direbbe così confermata la nascita di una nuova “rotta della morte”, ovvero una via migratoria che parte dal Libano e, attraverso il mar Mediterraneo, arriva fino in Italia, a Malta o a Cipro. Un viaggio disperato su barche di fortuna e che può durare anche di dieci giorni. All’origine, c’è la perdurante crisi socio-economica del Paese dei cedri, ormai allo stremo da tre anni, nonché le ricadute della guerra in Ucraina, dalla quale Beirut importa l’80 per cento del grano.