· Città del Vaticano ·

Il libro di Ángel Barrios «Por Qué Patria Grande»

Il volto meticcio
della “Nostra America”

 Il volto meticcio della “Nostra America”  QUO-217
22 settembre 2022

Teoria e prassi di una politica latinoamericana


“Nuevos Dirigentes”, spazio di pastorale sociale della Conferenza episcopale argentina, ha da poco presentato il libro del professor Ángel Barrios Por Qué Patria Grande: Teoría y Praxis de una Política Latinoamericana, con la prefazione  di Papa Francesco.  

Il dottor Barrios è un pensatore latinoamericano che si dice «franceschiano fino al midollo», discepolo di Alberto Methol Ferré, e che ha dedicato la propria vita alla promozione dell’unità continentale. Nel presentare l’opera, Miguel Barrios ha dichiarato che Por qué Patria Grande è una ricerca di risposta sul destino della Nostra America nel xxi secolo. Ha poi proseguito  affermando che «non possiamo  negare che stiamo attraversando una pandemia e la terza guerra mondiale che ha come asse centrale la nascita di una multipolarità inedita: L’Indo Pacifico come asse geoeconomico mondiale, una de-occidentalizzazione della politica mondiale e un mondo che si raggruppa in civiltà». L’America Latina — ha continuato  Barrios — come continente meticcio, barocco e cattolico, si unifica con l’identità fondante “guadalupana”. Vale a dire — conclude l’autore — che con una civiltà cattolica che la unifichi ci sarà un’America Latina,  senza di essa non ci sarà. L’indipendenza latinoamericana non si può dissociare dalla pace sociale, dall’esperienza poliedrica a cui ci chiama Francesco oggi. L’opzione del momento è «amicizia sociale o dipendenza».

I presentatori dell’opera hanno anche affermato che «in America Latina c’è la razza cosmica. È il continente dell’ospitalità. L’identità cristiana latinoamericana si rafforza nella realizzazione della “Patria Grande”. E la realizzazione della “Patria Grande” si rafforza con l’identità cristiana latinoamericana. È in America Latina che nasce il concetto moderno dei diritti umani, della dignità umana universale plasmata nel diritto con Bartolomé de las Casas, che diede vita alla convivenza successiva pacifica e meticcia. Perciò è un dovere di tutti i latinoamericani incarnare la cultura del poliedro organizzato per la pace sociale ed essere nuovamente un modello universale. A questo ci chiama Francesco oggi».

Papa Francesco, figlio e guida di questa civiltà nell’ambito di una globalizzazione della solidarietà e del dialogo ecumenico, in una lettera che fa da prefazione al libro [ne pubblichiamo una traduzione italiana in questa pagina] afferma che Por qué Patria Grande “affonda nelle nostre radici e apre alla speranza”. 

di Marcelo Figueroa

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Santa Marta, 25 maggio 2022

Professor Miguel Ángel Barrios

Caro Fratello,

La ringrazio per la gentilezza d’inviarmi il suo libro Por qué Patria Grande nel quale cerca di radicare dalla prospettiva della sociologia storica il processo d’integrazione della “Nostra America”, come amava chiamarla José Martí. Un processo che non si limita a fattori meramente geografici, ma che invita a riconoscere, valorizzare e coltivare altri aspetti essenziali per la conformazione del volto meticcio che caratterizza la nostra amata America Latina; e che ci fa tanto bene ricordare. Quel volto meticcio che non si può immaginare senza l’apporto che l’evangelizzazione propiziò nelle nostre terre e che lei illustra in diversi modi. È interessante sottolineare come il popolo di Dio si è consolidato con le caratteristiche proprie di questo incontro multiculturale, un modo singolare di vivere e di plasmare la sua fede; fonte e culla di tanta ricchezza pastorale e culturale. Alberto Methol Ferré ci ha insegnato che il movimento dei popoli, e pertanto della Chiesa, non è mai uniforme e il loro procedere non è mai lineare; sguardo che ci salva da maniere antagonistiche e scettiche (e asettiche) di leggere gli eventi, e invita, in particolare, a recuperare l’originalità, la creatività e la fecondità che l’intero processo comporta. Il che non significa avallare un sincretismo (come molti gruppi elitari vogliono imporre) né l’eliminazione degli attori in gioco, ma puntare su un piano superiore dove si possano conservare le potenzialità delle polarità in contrasto (cfr. Evangelii gaudium, n. 228). Uno dei principali valori della storia — e che si manifesta in queste pagine — è la capacità di aprire al futuro e alla speranza. Nel passato, nella testimonianza dei nostri anziani, possiamo trovare le chiavi per rispondere ai problemi che oggi ci affliggono e iniziare, come loro, processi che forse altri potranno assaporare. La pandemia ci ha dimostrato, ancora una volta, che nessuno si salva da solo e che una reale integrazione si basa sul dialogo e sull’amicizia sociale tra i popoli, che aiuti a portare avanti un’agenda comune di sviluppo integrale per tutti. Auspico che le pagine di questo libro aiutino a risvegliare la speranza di sognare e lavorare per una Patria Grande dove l’integrazione garantisca, custodisca e continui a promuovere la saggezza meticcia che nel corso degli anni ha saputo generare.

Che il Signore la benedica e che Nostra Signora di Guadalupe la custodisca; e, per favore, non si dimentichi di pregare per me.

Fraternamente,

Francesco