· Città del Vaticano ·

Racconto di una religiosa in Benin

La gioia di servire gli anziani

 La gioia  di servire gli anziani  QUO-215
20 settembre 2022

«Quando sono entrata per la prima volta nel refettorio, vedendo la suora dare da mangiare a una persona anziana, ho visto la bellezza. L’attenzione alla persona appena arrivata… un’attenzione che dura in ogni momento. Non c’era indifferenza, ma nemmeno condiscendenza, nulla di smielato. Era bellezza quello che ho percepito. Mettono la bellezza in tutto quello che fanno: in una decorazione, quando preparano la messa, un pranzo».

L’impatto ricevuto nel corso della sua prima visita, nel 2011, è stato così forte che, nonostante Berenice fosse limitata nei movimenti da un handicap che la costringe sulla sedia a rotelle, abbia voluto venire una, due, addirittura tre volte l’anno (ad eccezione del periodo covid) dalle Piccole Sorelle dei Poveri nella loro casa di Tokan-Calavi, alla periferia di Cotonou, dedicata agli anziani.

Bisogna percorrere strade sterrate di terra rossa per arrivare al grande edificio di mattoni ocra e beige. Lì, non c’era niente prima che fosse posta la prima pietra nel 2001, due anni dopo l’arrivo della congregazione in Benin. Poco a poco, lì intorno, la vita ha iniziato a germogliare e sono sorte diverse costruzioni. La casa delle suore si trova in una zona urbana, ma rimane un’oasi di pace per i 32 ospiti.

«Gli anziani hanno già sofferto tanto nella vita», spiega la responsabile della casa di Tokan. «Hanno lavorato tanto, e ora sono stanchi. E noi siamo qui per mostrare loro che si può dare gratuitamente e per amore. Da noi vivono un certo benessere. Si trovano bene, sono sereni. La dimostrazione è che sono qui da 10-15 anni. Da quando arrivano da noi, la loro vita si allunga», precisa suor Filomena.

La religiosa nigeriana ha sentito la chiamata a servire il Signore a 14 anni, quando andò a visitare la casa delle Piccole Sorelle con un prete della sua parrocchia. «È lì che ho capito il gusto di dare la vita per servire gli altri». Suor Filomena ha un ricordo vivissimo della nonna che ha accompagnato la sua infanzia. «Sono stata così felice di vivere con lei. Vedevo tutto quello che potevo fare per lei, vedevo come eravamo felici quando lei c’era». Ricorda le favole che le raccontava la nonna, la complicità nelle monellerie, le correzioni senza minacce né punizioni. Suor Filomena spiega che all’epoca già intuiva la gioia di vivere con le persone anziane.

Insieme alle altre suore della comunità, suor Filomena cerca di dare coraggio ai suoi ospiti: «Cerchiamo sempre di trasmettere loro il gusto della vita, di farli rifiorire e approfittare della vita e delle forze che il Signore dona loro perché – vede – per gli anziani è facile credere di non essere più capaci di fare niente. Invece, è importante far loro capire che sono ancora in grado di fare delle cose».

Già, perché dalle Piccole Sorelle dei poveri c’è sempre da fare. Dopo la messa del mattino e un tempo di preghiera, gli ospiti fanno colazione e poi sono invitati a partecipare alle incombenze della casa. Alcuni aiutano in cucina a pulire le verdure, altri vanno in lavanderia a piegare e sistemare la biancheria asciutta. Poi ci sono quelli che aiutano i più fragili a passeggiare in giardino. La casa ha un unico livello proprio per facilitare la deambulazione; è all’ombra di tanti alberi e può contare su un orto proprio.

La casa delle Piccole sorelle riceve la visita di molti benefattori e amici, ma raramente dei famigliari degli ospiti. Tra tutte le richieste di ammissione che arrivano, gli anziani di Tokan sono stati scelti tra i più poveri e i più isolati. Alcuni di loro infatti sono stati letteralmente abbandonati dalle loro famiglie. «La vita è cambiata in maniera radicale e purtroppo molti figli hanno impegni tali da non consentire loro di prendersi cura dei loro genitori. Loro vanno nelle città e i genitori rimangono nei villaggi. A meno che non siano ancora a carico dei genitori, sono pochi i figli che rimangono a vivere con loro», racconta suor Filomena. Rimarca che negli ultimi anni il numero delle richieste di accoglienza nella loro struttura è veramente esploso. «Non sappiamo più come fare», deplora. In Benin non esiste – specifica la religiosa – una politica di assistenza sociale, né di presa in carico economica o sanitaria delle persone anziane.

Per spiegare ulteriormente il fatto che alcuni anziani vengano proprio scartati, la religiosa nigeriana ci racconta di una credenza popolare che l’ha profondamente toccata. Ricorda a questo proposito due giovani fidanzati che erano venuti a chiedere la benedizione dei nonni residenti nella casa delle Piccole sorelle nel suo Paese d’origine, mentre in Benin è un’altra cosa: mentre alcuni continuano ad amare e rispettare i loro nonni, altri pensano che le persone anziane siano stregoni o comunque persone che ricorrono alla stregoneria per prolungare la propria vita a spese degli altri. Queste credenze suor Filomena davvero non le comprende, e preferisce tenerle a distanza.

A Tokan, come pure nella loro casa di Porto Novo, inaugurata nel 2018, le Piccole Sorelle rendono testimonianza ogni giorno della loro gioia di servire gli anziani. Si impegnano per il loro inserimento e la loro riabilitazione negli incontri di quartiere, nelle parrocchie, nelle scuole. Portano ovunque sia possibile le parole delle recenti catechesi che Papa Francesco tiene durante le udienze generali, a Roma, dedicate alle persone anziane.

di Marie Duhamel


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