17 settembre 2022
Le elezioni in Iraq «sono sempre un’incognita: è davvero difficile capire chi vince», sia perché si è assistito a denunce di «brogli» e «contestazioni» sia perché «il sistema è estremamente farraginoso, tant’è che da quando è stata varata la costituzione nel 2005 la grande fatica è costruire un governo dopo il voto». Riccardo Redaelli, direttore del master in Middle Eastern Studies all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, riassume così lo stallo politico-istituzionale in corso in Iraq, a quasi un anno dalle consultazioni vinte dal movimento guidato dal leader sciita Moqtada al-Sadr, che si aggiudicò la maggioranza relativa (73 seggi su 329 totali) al parlamento di Baghdad, non riuscendo poi a formare un ...
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