· Città del Vaticano ·

L’appello del Papa nell’intenzione per il mese di settembre della Rete mondiale di preghiera

Per l’abolizione
della pena di morte

 Per l’abolizione della pena di morte  QUO-199
01 settembre 2022

«Preghiamo perché la pena di morte, che attenta all’inviolabilità e alla dignità della persona, sia abolita nelle legislazioni di tutti i Paesi del mondo». L’accorato appello di Francesco diventa impegno interiore e mobilitazione spirituale nell’intenzione per il mese di settembre, contenuta nel video diffuso ieri pomeriggio, 31 agosto, dalla Rete mondiale di preghiera del Papa.

Un breve filmato accompagna le parole del Pontefice: inizia con persone che manifestano pubblicamente contro le esecuzioni capitali. Si scorgono cartelli con frasi che scandiscono la disumanità di questa soluzione. A tal proposito, l’affermazione del vescovo di Roma è inequivocabile: «Cresce sempre più nel mondo il no alla pena di morte. Per la Chiesa, questo è un segno di speranza». Poi Francesco spiega i motivi del no: «Da un punto di vista giuridico, non è necessaria. La società può reprimere efficacemente il crimine senza privare definitivamente chi lo ha commesso della possibilità di redimersi». Infatti, sottolinea, «in ogni condanna dev’esserci una finestra di speranza. La pena capitale non offre giustizia alle vittime, promuovendo invece la vendetta. Ed evita qualsiasi possibilità di rimediare a un possibile errore giudiziario».

Scorrono, quindi, immagini di solitudine, di desolazione, di degrado all’interno delle carceri, dove uomini e donne devono scontare la pena inflitta. Seguono primi piani sugli strumenti usati per eseguire le condanne capitali: la sedia elettrica, l’iniezione letale, il cappio per l’impiccagione, le pietre per la lapidazione. «Dal punto di vista morale — evidenzia Francesco — la morte è inadeguata, distrugge il dono più importante che abbiamo ricevuto: la vita. Non dimentichiamo che fino all’ultimo momento una persona può convertirsi e cambiare. E alla luce del Vangelo, la pena di morte è inammissibile». Anche perché, conclude, «il comandamento “Non uccidere” si riferisce sia all’innocente che al colpevole».

Poi un appello — rivolto non solo ai cristiani ma a livello più ampio — all’impegno civile per porre fine al ricorso della sentenza capitale: «Chiedo a tutte le persone di buona volontà di mobilitarsi per ottenere l’abolizione della pena di morte in tutto il mondo».

Va ricordato, in proposito, che nell’agosto 2018, con un rescritto, Papa Francesco ha approvato la nuova redazione del numero 2267 del Catechismo della Chiesa cattolica relativo proprio alla pena di morte: «Per molto tempo il ricorso alla pena di morte da parte della legittima autorità, dopo un processo regolare, fu ritenuta una risposta adeguata alla gravità di alcuni delitti e un mezzo accettabile, anche se estremo, per la tutela del bene comune. Oggi è sempre più viva la consapevolezza che la dignità della persona non viene perduta neanche dopo aver commesso crimini gravissimi. Inoltre, si è diffusa una nuova comprensione del senso delle sanzioni penali da parte dello Stato. Infine, sono stati messi a punto sistemi di detenzione più efficaci, che garantiscono la doverosa difesa dei cittadini, ma, allo stesso tempo, non tolgono al reo in modo definitivo la possibilità di redimersi. Pertanto la Chiesa insegna, alla luce del Vangelo, che “la pena di morte è inammissibile perché attenta all’inviolabilità e dignità della persona”, e si impegna con determinazione per la sua abolizione in tutto il mondo».

Secondo dati delle Nazioni Unite, circa 170 Stati hanno abolito la pena di morte, hanno imposto una moratoria al suo utilizzo nella legislazione o nella pratica oppure hanno sospeso le esecuzioni per più di dieci anni. Le sentenze capitali vengono tuttavia ancora applicate in 55 Paesi dei vari continenti.

«Questo mese Francesco — è il commento del gesuita Frédéric Fornos, direttore internazionale della Rete mondiale di preghiera del Papa — ci invita a pregare per l’abolizione della pena di morte, ribadendo quanto ha detto nella Fratelli tutti e specificato nel Catechismo della Chiesa cattolica». La pena capitale, afferma Fornos, «è come mettersi al posto di Dio. Con la condanna, si determina che una persona non potrà più cambiare, cosa che non sappiamo. In questo mese di settembre, il Papa ci invita a pregare e a mobilitarci per sostenere concretamente le associazioni e gli organismi che lottano per l’abolizione della pena di morte».

Diffuso in rete attraverso il sito www.thepopevideo.org, il filmato tradotto in 23 lingue è stato creato e prodotto dalla Rete mondiale di preghiera in collaborazione con l’agenzia La Machi e il Dicastero per la comunicazione.

La preghiera

Prego per un cuore che perdona, per la grazia di essere come Cristo che ha pregato per i suoi carnefici e per coloro che sono stati crocifissi con lui. E prego per il nostro Paese, affinché come società possiamo abbandonare la strada della violenza e della vendetta e lavorare per il rinnovamento e la riabilitazione di tutte le persone.

Dio della compassione,

che fai cadere la tua pioggia sui giusti e sugli ingiusti,

allarga i nostri cuori e rendili più profondi,

affinché possiamo amare come ami tu

anche quelli tra noi che hanno causato il dolore più grande

togliendo la vita a un altro.

Perché nella nostra terra c’è una grande sete di vendetta

mentre riempiamo i bracci della morte e uccidiamo gli assassini

in nome della giustizia, in nome della pace.

Gesù, nostro fratello,

hai subito un’esecuzione per mano dello Stato

ma non ti sei lasciato vincere dall’odio.

Aiutaci a raggiungere le vittime della violenza

affinché il nostro amore duraturo le aiuti a guarire.

Spirito Santo di Dio,

ci rafforzi nella lotta per la giustizia.

Aiutaci a lavorare incessantemente

per l’abolizione della morte decisa dallo Stato

e a rinnovare la nostra società nel profondo del cuore

affinché la violenza non ci sia più.

Amen.

 

Helen Prejean

religiosa statunitense che da decenni
si batte 
contro la pena di morte