· Città del Vaticano ·

Il buco nella nebbia

 Il buco nella  nebbia  QUO-196
29 agosto 2022

La visita di Papa Francesco a L’Aquila non è stata semplicemente una tappa pastorale nel suo instancabile ministero. La popolazione de L’Aquila ha atteso, infatti, Papa Francesco così come si attende il sole in un giorno pieno di nebbia. In realtà è accaduto proprio così: nel bel mezzo della nebbia l’arrivo del Papa ha coinciso con l’arrivo del sole che finalmente si è fatto spazio in mezzo alle nuvole.

Il popolo aquilano è un popolo che ha sofferto molto a causa del terribile terremoto del 2009, e a distanza di anni cerca faticosamente di rialzarsi da questa sofferenza, inseguendo ostinatamente una luce in mezzo alle crepe che il sisma ha lasciato non solo sulle case ma nel cuore stesso della gente.

Il Papa ha colto questa esperienza come occasione per spiegare il Vangelo: «Oggi, al mattino — ha detto nell’omelia sul sagrato della basilica di Collemaggio — ho pensato a questo, quando eravamo arrivati a L’Aquila e non potevamo atterrare: nebbia fitta, tutto scuro, non si poteva. Il pilota dell’elicottero girava, girava, girava... Alla fine ha visto un piccolo buco ed è entrato lì: è riuscito, un maestro. E ho pensato alla miseria: con la miseria succede lo stesso, con la propria miseria. Tante volte lì, guardando chi siamo, niente, meno di niente; e giriamo, giriamo... Ma a volte il Signore fa un piccolo buco: mettiti lì dentro, sono le piaghe del Signore! Lì è la misericordia, ma è nella tua miseria. C’è il buco che nella tua miseria il Signore ti fa per potere entrare. Misericordia che viene nella tua, nella mia, nella nostra miseria».

Non pensiamo mai al fatto che le crepe che la vita ci procura nascondono misteriosamente una benedizione. Cohen canterebbe che «c’è una crepa in ogni cosa, e da lì passa la luce», ma è Gesù Risorto che lo ha reso visibile quando per farsi riconoscere dai suoi discepoli ha mostrato proprio lo spazio aperto delle proprie ferite.

La Pasqua passa da questi “buchi”, e ci dona quella che Papa Francesco ha chiamato un’altra possibilità: «Misericordia è l’esperienza di sentirci accolti, rimessi in piedi, rafforzati, guariti, incoraggiati. Essere perdonati è sperimentare qui e ora ciò che più si avvicina alla risurrezione. Il perdono è passare dalla morte alla vita, dall’esperienza dell’angoscia e della colpa a quella della libertà e della gioia. Che questo tempio sia sempre luogo in cui ci si possa riconciliare, e sperimentare quella Grazia che ci rimette  in piedi e ci dà un’altra possibilità. Il nostro Dio è il Dio delle possibilità».

Non può esistere nessuna vita umana se non attraverso il dono di avere sempre una possibilità di riserva. È il gesto di una madre e di un padre che rimettono in piedi il proprio figlio quando cade nel tentativo di imparare a camminare.

Ecco perché Papa Francesco aveva già detto che il perdono è un diritto fondamentale della persona. È il grande insegnamento di Gesù che ha passato la Sua vita a rialzare chiunque era caduto per responsabilità propria o per colpa altrui. A volte nella vita non è importante trovare un colpevole ma trovare invece qualcuno che possa rialzarci lì dove la vita si è arenata. Un’altra possibilità, come un buco nella nebbia. 

di Luigi Maria Epicoco