· Città del Vaticano ·

Educare a una cittadinanza sostenibile

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29 agosto 2022

Nella odierna situazione in cui l’uomo appare smarrito, la delineazione di un progetto comune rappresenta ciò che il discorso educativo può offrire nell’intento di formulare reali risposte alle “necessità dell’uomo”. Tracciando prospettive di sviluppo umano, integrale e sostenibile, e prendendosi cura della casa comune, anche per le urgenti questioni ambientali, si mira ad affermare la dignità della persona e il bene comune come finalità imprescindibili della progettualità condivisa.

Ripensare lo sviluppo significa ritenere che esso «non può consistere nella semplice accumulazione di ricchezza e nella maggiore disponibilità dei beni e servizi, se ciò si ottiene a prezzo del sottosviluppo delle moltitudini, e senza la dovuta considerazione per le dimensioni sociali, culturali e spirituali dell’essere umano» (Sollicitudo rei socialis, 1987, 9). Esclusione sociale e perdita d’identità sono solo alcuni dei segni del nostro tempo, «sintomi di un vero degrado sociale, di una silenziosa rottura dei legami di integrazione e di comunione sociale» (Laudato si’, 2015, 46). Si coglie, allora, quanto ridisegnare i rapporti intergenerazionali e tra popoli nel segno della sollecitudine e della responsabilità rappresenti un primario orientamento verso cui dirigere il senso dell’esistenza umana.

Tale direzione impegna le realtà socio-educative nell’affiancare storie con uno sguardo nuovo, capace di non fermarsi a pratiche di routine in incontri effimeri, ma, anzi, di dar vita a dialoghi autentici connotati da scambio di memorie e di prospettive per il futuro. Altresì, configurare linee orientative educative volte a pianificare valide risposte alla crisi ambientale e fondate sulla nozione di sostenibilità come presupposto regolativo del vivere insieme rappresenta la mission primaria di una pedagogia dell’ambiente che trova nella reciprocità interdisciplinare e in un confronto continuo con variegati contesti storico-culturali i suoi tratti costitutivi.

«C’è un mistero da contemplare in una foglia, in un sentiero, nella rugiada, nel volto di un povero» (Laudato si’, 2015, 233). La formazione delle nuove generazioni all’idea che l’ambiente sia la casa comune della famiglia umana risulta incompatibile con il vivere i luoghi della quotidianità come un transitare indifferente e nella noncuranza di persone e spazi. Ciò impegna a saper trasformare il modo di concepire e di abitare i luoghi, intendendoli come occasioni di vera «ecologia integrale che comprenda chiaramente le dimensioni umane e sociali» (Laudato si’, 2015, 137). Educazione, progettualità, ecologia integrale!

di Orietta Vacchelli
Docente di laboratorio in Scienze della Terra e nutrizione