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Lavoro e responsabilità d’impresa: la lezione di Adriano Olivetti

 Lavoro e responsabilità d’impresa:  la lezione di Adriano Olivetti  QUO-185
13 agosto 2022

Lavoro, impresa, responsabilità, valori e visione del futuro. Concetti che spesso entrano in contrasto in un mondo appiattito sull’eterno presente della crisi, incapace di guardare al di là del contingente. Oggi nel mondo ci sono 73 milioni di giovani disoccupati, secondo gli ultimi dati dell’Ilo (International Labour Organization). È il segno non solo che la pandemia ha inciso molto di più sulle nuove generazioni, ma anche che occorre un cambiamento radicale del modello di sviluppo. Non si può più attendere.

Come ha spiegato anche Papa Francesco: «È necessario e urgente un sistema economico giusto, affidabile e in grado di rispondere alle sfide più radicali che l’umanità e il pianeta si trovano ad affrontare». Il vero sviluppo «non può limitarsi alla sola crescita economica, ma deve favorire la promozione di ogni uomo e di tutto l’uomo. Ciò significa molto di più che far quadrare i bilanci, migliorare le infrastrutture o offrire una più ampia varietà di beni di consumo. Comporta piuttosto un rinnovamento, una purificazione e un rafforzamento di validi modelli economici basati sulla nostra personale conversione e generosità nei confronti dei bisognosi» (Discorso al Consiglio per un capitalismo inclusivo, 11 novembre 2019).

L’esempio di Adriano Olivetti (1901-1960), imprenditore, politico e pensatore, va esattamente in questa direzione. Uomo animato da un’insaziabile sete di ricerca e sperimentazione, nel dopoguerra Olivetti ha lanciato progetti imprenditoriali innovativi considerati all’avanguardia ancora oggi, soprattutto nel campo dell’elettronica. Accanto all’attività imprenditoriale, Olivetti è stato anche un pensatore coraggioso, che ha sviluppato una nuova esperienza di fabbrica e lavoro basata sull’idea che fosse possibile conciliare solidarietà e mercato, felicità e profitto. La fabbrica non era così soltanto un “posto di lavoro”, ma diventava un luogo di condivisione, formazione, sviluppo e creatività personale. Antifascista e amico di Altiero Spinelli, che conobbe in Svizzera durante l’esilio negli anni della guerra, Olivetti è stato un convinto sostenitore dell’ideale europeista. Nel 1947 fonda il Movimento Comunità e circa dieci anni dopo entra alla Camera dei deputati — anche se l’esperienza durerà molto poco.

Di padre ebreo e madre valdese, Olivetti si converte al cattolicesimo in età adulta. Fondamentale l’incontro nel 1956 con Angelo Maria Roncalli, allora Patriarca di Venezia e futuro Papa Giovanni XXIII.

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