
09 agosto 2022
Il sentimento panteistico, così intenso e vibrante nella narrativa pittorica di Giovanni Segantini, trova esemplare espressione nel Trittico delle Alpi, costituito da tre grandi e suggestive tele: La Natura, La Vita e La Morte. Esse come sfondo hanno rispettivamente lo scenario montano di Soglio, il crepuscolo dello Schafberg e il passo della Maloja, e sono popolate dalla presenza umile, discreta ma laboriosa di pastori e contadini. Segantini lavorò alla complessa opera per tre anni, dal 1897 al 1899, dopo un itinerario intrapreso per entrare in intimo contatto con la maestosità della natura, che lo porterà da Milano alla Brianza, e infine in Svizzera. Ogni manifestazione della natura operava nell’artista una sorta di magia, sublimando le sue emozioni e acuendo, nel segno di una nervosa e tattile ...
Questo contenuto è riservato agli abbonati

Cara Lettrice, caro Lettore,
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati