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Slovacco, aveva 98 anni ed era stato prefetto di Propaganda Fide e segretario generale del Sinodo dei vescovi

È morto il cardinale Jozef Tomko

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08 agosto 2022

È morto nelle prime ore di lunedì 8 agosto, nella sua residenza a Roma, il cardinale slovacco Jozef Tomko, già segretario generale del Sinodo dei vescovi, prefetto emerito della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli e presidente emerito del Pontificio Comitato per i Congressi eucaristici internazionali. Aveva 98 anni ed era il membro più anziano del Collegio cardinalizio. Lo scorso 25 giugno era stato ricoverato al Policlinico Gemelli in seguito a una caduta, con complicazioni dovute anche al contagio da covid-19. Durante la sua permanenza in ospedale aveva ricevuto, sabato 16 luglio, la visita del cardinale Segretario di Stato. Sabato 6 agosto era tornato nel suo appartamento, dove era assistito dalle Suore della Misericordia di San Vincenzo de’ Paoli. Il cardinale Tomko era nato l’11 marzo 1924 a Udavské, nell’arcidiocesi di Košice, in Slovacchia. Aveva ricevuto l’ordinazione sacerdotale il 12 marzo 1949. Il 12 luglio 1979 era stato eletto arcivescovo titolare di Doclea e nominato segretario generale del Sinodo dei vescovi. Aveva ricevuto l’ordinazione episcopale da Giovani Paolo ii , nella Cappella Sistina, il 15 settembre successivo. Era stato nominato pro-prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli il 24 aprile 1985. Nel Concistoro del 25 maggio dello stesso anno era stato creato e pubblicato cardinale della diaconia di Gesù Buon Pastore alla Montagnola, divenendo prefetto del Dicastero missionario. Il 29 gennaio 1996 aveva optato per il titolo di Santa Sabina all’Aventino. Il 9 aprile 2001 aveva rinunciato all’incarico di prefetto e, dal 15 ottobre di quell’anno al 1° ottobre 2007, era stato presidente del Pontificio Comitato per i Congressi eucaristici internazionali. Le esequie saranno celebrate giovedì 11 agosto, alle 11, all’altare della Cattedra nella basilica Vaticana. Il cardinale sarà poi sepolto in Slovacchia, nella cattedrale di Košice.

Le vicende storiche gli impedirono a lungo di tornare nella sua Slovacchia, e così Jozef Tomko ha scelto per patria il mondo. Con questa visione universale ha vissuto il suo impegno come “motore” del Sinodo dei vescovi e poi come Prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, viaggiando in lungo e in largo per incontrare la gente, soprattutto negli angoli più poveri della terra.

La sua figura, nobile e austera, resta legata, in particolare, al gesto liturgico del Mercoledì delle Ceneri: come cardinale titolare di Santa Sabina è stato lui, a partire dal 1996, a imporle a tre Papi. «Devo confessare un certo disagio personale in cui mi trovo ogni anno», aveva confidato. «Il disagio — spiegava — nasce proprio dalla formula dell’imposizione delle ceneri. Trovo veramente difficile ripetere al Papa: “Convertiti e credi al Vangelo”. È lui che avrebbe pieno diritto di dirlo a me e a tutti gli altri!».

Dopo gli studi primari nella città natale di Udavské, aveva frequentato la scuola secondaria a Michalovce, tra il 1935 e il 1943, quando si era iscritto alla Facoltà teologica dei Santi Cirillo e Metodio a Bratislava.

Nel pieno della seconda guerra mondiale, però, il suo percorso era stato forzatamente interrotto. E così era giunto nel 1945 a Roma, dove, risiedendo nel Pontificio Collegio di San Giovanni Nepomuceno, aveva intrapreso gli studi alle Pontificie università Lateranense e Gregoriana, ottenendo i dottorati in Teologia, Diritto canonico e Scienze sociali, con una dissertazione su De Sancti Spiritus inhabitatione secundum B. Petrum de Tarantasia (1951).

Con la presa del potere e la persecuzione comunista, dal 1948 gli era stato impossibile ritornare in Cecoslovacchia. E così, nel 1949, era stato ordinato sacerdote a Roma dall’arcivescovo vicegerente Luigi Traglia, incardinandosi nella diocesi del Papa.

Tra il 1950 e il 1965 aveva svolto i servizi di economo, vice rettore e rettore del Collegio Nepomuceno e dell’annesso Convitto per sacerdoti provenienti da vari Paesi, compresi quelli di missione e dell’America latina.

A servizio della Santa Sede era entrato per concorso nell’agosto 1961. La sua prima mansione era stata quella di aiutante di studio nella Congregazione per la dottrina della fede. Era stato tra gli incaricati di organizzare la Commissione teologica internazionale, come segretario tecnico. Dal 1966 aveva lavorato per tredici anni al Sant’Uffizio come capo ufficio della sezione dottrinale.

Nel 1967 aveva svolto il compito di segretario speciale alla prima assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi sul tema: «La preservazione e il rafforzamento della fede cattolica, la sua integrità, il suo vigore, il suo sviluppo, la sua coerenza dottrinale e storica». E a partire dal 1970 fino al 1978 aveva tenuto lezioni nei corsi di aggiornamento canonico alla Gregoriana.

Nel dicembre 1974 era stato nominato sotto-segretario della Congregazione per i vescovi. In particolare, aveva collaborato alla redazione del documento sulla collaborazione tra vescovi e religiosi Mutuae relationes (1978).

Nel 1979 Giovanni Paolo ii, eleggendolo arcivescovo, gli aveva affidato l’incarico di segretario generale del Sinodo dei vescovi. Papa Wojtyła gli aveva personalmente conferito l’ordinazione episcopale nella cappella Sistina nel giorno della festa di Sedembolestnà Panna Mària, la Vergine dei Sette Dolori, Patrona della Slovacchia. Il Pontefice aveva tenuto l’omelia in slovacco e aveva disposto che la Radio Vaticana trasmettesse nei Paesi dell’Europa centrale tutta la celebrazione, ripresa anche dalla televisione austriaca, visibile nella nazione confinante. Co-consacranti erano stati l’arcivescovo Eduardo Martínez Somalo, Sostituto della Segreteria di Stato, e Andrew Gregory Grutka, vescovo di Gary. «Ut Ecclesia aedificetur» il suo motto episcopale.

Nei sei anni come segretario generale del Sinodo dei vescovi aveva preparato e curato lo svolgimento di due assemblee generali ordinarie, nel 1980 e nel 1983, rispettivamente sulla famiglia e sulla penitenza e la riconciliazione, e dell’assemblea speciale per i Paesi Bassi (1980).

Aveva lanciato anche la preparazione dell’assemblea straordinaria, indetta per l’autunno 1985, in occasione del 20° anniversario della chiusura del concilio Vaticano ii, e di quella ordinaria del 1987 sulla vocazione e missione dei laici. Aveva curato il volume Il Sinodo dei Vescovi. Natura, metodo, prospettive (Libreria editrice vaticana, 1985); come pure aveva potenziato la Segreteria generale per imprimerle nuovo dinamismo.

Nel pieno di questo lavoro, nel 1985 era stato nominato pro-prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, assumendo anche l’incarico di gran cancelliere della Pontificia università Urbaniana. Un mese dopo aveva ricevuto la porpora cardinalizia, diventando così prefetto.

In questa veste aveva cominciato a viaggiare nelle terre di missione, consapevole che non avrebbe potuto fare il prefetto di Propaganda Fide restando nel suo ufficio. E con questo stile aveva dato impulso a tutta la strategia missionaria, contribuendo all’erezione di circa 180 nuove diocesi.

Nel 2009 aveva pubblicato, anche in edizione italiana, il libro Sulle strade della missione, edito già in lingua slovacca e tradotto anche in inglese. In quelle pagine aveva raccolto le esperienze di viaggio dei suoi sedici anni a capo del Dicastero. Erano stati viaggi pastorali per istituire nuove diocesi, per fondare nuove chiese, seminari, centri educativi e sanitari, e anche viaggi di preparazione alle visite di san Giovanni Paolo ii.

Il 18 marzo 1989 era stato messo a capo della Commissione interdicasteriale per i religiosi consacrati, organismo istituito nella stessa data e posto sotto l’egida della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli.

Nel 1989 aveva fatto rientro in Slovacchia per l’ordinazione episcopale — avvenuta il 9 settembre — del nuovo vescovo di Spiš, monsignor František Tondra: segno di un mutato atteggiamento dello Stato nei confronti della Chiesa. Particolarmente significativa, poi, la sua partecipazione alla sessione plenaria del Consiglio nazionale slovacco il 21 aprile 1991, con un intervento di grande impatto, nel segno dell’attualità della testimonianza dei santi Cirillo e Metodio in ordine a elaborare una prospettiva per il post-comunismo.

Il 12 e 13 aprile 1990 aveva accompagnato Giovanni Paolo ii durante lo storico viaggio nell’allora Repubblica Federativa Ceca e Slovacca. Papa Wojtyła ebbe poi a visitare la Slovacchia anche nel 1995 (30 giugno - 3 luglio) e nel 2003 (11-14 settembre).

Nel 1998 era stato presidente delegato dell’assemblea speciale per l’Asia del Sinodo dei vescovi.

Dopo tre mandati come prefetto di Propaganda Fide, nel 2001 aveva rinunciato al suo incarico. In quello stesso anno Giovanni Paolo ii lo aveva nominato presidente del Pontificio Comitato per i Congressi eucaristici internazionali. In questo ambito aveva organizzato due Congressi, da lui entrambi presieduti come legato pontificio: il primo in Messico, a Guadalajara, nel 2002; il secondo a Québec, in Canada, nel giugno 2008, otto mesi dopo la sua rinuncia all’incarico.

Il 17 marzo 2010 era entrato a far parte della Commissione internazionale di inchiesta su Međjugorje presso la Congregazione per la dottrina della fede.

Il 24 aprile 2012 era stato nominato da Benedetto xvi membro della Commissione cardinalizia per svolgere un’indagine a seguito della divulgazione in televisione, sui giornali e in altri mezzi di comunicazione, di documenti coperti dal segreto d’ufficio. Con lui facevano parte della Commissione i cardinali Julián Herranz Casado e Salvatore De Giorgi.

Nei diversi compiti del suo servizio ecclesiale aveva collaborato, in veste di membro, consultore o partecipante, ad attività a livello internazionale nel campo dell’ecumenismo. Tra l’altro, nel 1972 aveva fatto parte della delegazione della Santa Sede alla Federazione mondiale luterana e al Consiglio mondiale delle Chiese a Ginevra. Era stato anche membro della Commissione mista cattolica-luterana-riformata sulla teologia del matrimonio.

Aveva inoltre guidato la delegazione della Santa Sede alla riunione dei ministri europei per gli affari della famiglia, tenutasi a Roma nel 1981; aveva fatto parte del Consiglio superiore delle Pontificie opere missionarie; e si era impegnato nell’approfondimento delle problematiche riguardanti la vita consacrata, la giustizia e la pace, il laicato.

A partire dalla sua nomina a segretario generale del Sinodo dei vescovi aveva partecipato a quasi tutte le assemblee ordinarie e speciali.

Era stato più volte inviato dalla Santa Sede a riunioni dei vescovi. In particolare, nel 1970, alla Conferenza Panasiatica a Manila; nel 1973, all’assemblea plenaria dei quattro episcopati dell’Oceania a Sydney; nel 1979, alla terza Conferenza generale dell’episcopato latinoamericano a Puebla; nel 1980, alle celebrazioni del 25° della fondazione del Celam a Rio de Janeiro; nel 1981, alla riunione del Secam a Yaoundé; nel 1992, alla quarta Conferenza generale dell’episcopato latinoamericano a Santo Domingo.

In molteplici occasioni era stato inviato speciale del Papa: nel 1986, a Kampala per le celebrazioni in onore dei martiri dell’Uganda; nel 1987, a Bogotá per il terzo congresso missionario latinoamericano; nel 1988, a Bamako per il centenario dell’evangelizzazione del Mali; nel 1989, a Dakar, in Senegal, per il centenario dei pellegrinaggi al santuario nazionale di Notre-Dame de la Délivrance de Poponguine; nel 1991, a Lima per il quarto congresso missionario latinoamericano, nonché alle celebrazioni del centenario della Chiesa in Camerun; nel 1992, a quelle per i 150 anni dell’evangelizzazione di Tonga; nel 1993, a quelle per il centenario dell’arcidiocesi di Accra in Ghana; nel 1994, a quelle per i 150 anni dell’evangelizzazione delle Isole Fiji; nel 1996, alle cerimonie conclusive del centenario dell’evangelizzazione della Namibia; nel 1997, alle cerimonie per i 150 anni della diocesi di Port-Louis, Mauritius; nel 1999, a Paraná, in Argentina, al sesto congresso missionario latinoamericano e al primo congresso missionario americano; nel 2002, alla solenne promulgazione degli atti del primo Concilio plenario della Chiesa in Slovenia; nel 2003, in Ucraina alla traslazione delle reliquie del Beato Vescovo martire Teodor Romzha.

Sempre nel 2003, era stato a capo della delegazione della Santa Sede al congresso interreligioso di Astana, in Kazakhstan. Quindi, nel 2005, era stato inviato speciale alle cerimonie conclusive del Congresso eucaristico slovacco e, a Murcia, in Spagna, alle celebrazioni per il primo Congresso eucaristico internazionale universitario; nel 2009, in Grecia, alla cerimonia conclusiva dell’Anno Paolino e, a Taipei, per quella dei 150 anni dell’evangelizzazione di Taiwan; nel 2010, per le celebrazioni del terzo centenario della cattedrale di Minsk in Bielorussia; nel 2011, in Croazia, per i 600 anni del miracolo eucaristico di Ludbreg e, in Russia, per il centenario della dedicazione della cattedrale dell’Immacolata Concezione a Mosca; nel 2012, in Ucraina, per i 60 anni della sede arcivescovile metropolitana di Lviv dei latini e nel 2014, sempre in Ucraina, per i venticinque anni della ritrovata libertà dell’eparchia greco-cattolica di Mukachevo.

Nella Curia romana, inoltre, era stato membro del Consiglio della ii Sezione della Segreteria di Stato; delle Congregazioni per la dottrina della fede, per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, per i vescovi, per il clero, per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica, per l’eduzione cattolica. Aveva inoltre fatto parte dei Pontifici Consigli della cultura e per i testi legislativi; della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano e della Commissione cardinalizia di vigilanza per l’Istituto per le Opere di Religione.

Con particolare gioia, infine, aveva accompagnato San Giovanni Paolo ii — che conosceva fin dal 1969, condividendone anche la passione per le escursioni sui Monti Tatra — nei suoi viaggi in Slovacchia. Dalla prima storica visita nel 1990, a quella del 1995, fino al pellegrinaggio del 2003 durante il quale al Papa, fragile a causa della malattia, aveva reso il servizio di “dare la voce” leggendo omelie e discorsi.

La sua attività di fronte ai problemi religiosi dei suoi connazionali slovacchi aveva portato frutti tangibili. Era stato co-fondatore di una rivista religiosa e dell’Istituto dei Santi Cirillo e Metodio in Roma. E aveva visitato più volte le comunità slovacche negli Stati Uniti d’America, in Canada e in vari Paesi europei.

In occasione del viaggio di Papa Francesco in Slovacchia, dal 12 al 15 settembre 2021, aveva voluto partecipare all’incontro con i giovani nello stadio Lokomotiva, a Košice, martedì 14. E il 30 aprile era stato presente in Aula Paolo vi con il pellegrinaggio venuto dalla Slovacchia proprio per ringraziare il Pontefice per la visita. La sua presenza, ebbe a dire il Papa, «ci fa sentire che la Chiesa è una famiglia che sa onorare l’anzianità come un dono. Ma io ho un dubbio: sembra più giovane di me!».

Autore di numerosi libri di spiritualità e di storia ecclesiastica, era stato insignito di diverse onorificenze e dottorati honoris causa.