· Città del Vaticano ·

La gratitudine della Conferenza episcopale del Paese

Una pietra miliare sulla strada della riconciliazione

 Una pietra miliare sulla strada della riconciliazione  QUO-173
30 luglio 2022

I vescovi del Canada hanno espresso gratitudine a Papa Francesco per la storica visita nel Paese. In un comunicato della Conferenza episcopale, reso noto ieri, i presuli sottolineano che il Pontefice è venuto per adempiere la promessa di manifestare con la sua presenza la vicinanza alle popolazioni indigene e per questo, la visita rappresenta «una pietra miliare sul cammino della guarigione e della riconciliazione».

I vescovi ricordano che il Papa, nei vari discorsi pubblici e privati, ha presentato sentite scuse ai popoli autoctoni a nome della Chiesa cattolica. Ha parlato della sua ammirazione per la cultura e la spiritualità autoctone, e ha espresso profonda tristezza per l’impatto duraturo della colonizzazione. Ha riconosciuto anche l’effetto catastrofico del sistema delle scuole residenziali e ha chiesto perdono per gli abusi, anche sessuali, commessi da membri della Chiesa.

Il Pontefice ha poi invitato a continuare ad assistere i sopravvissuti e le famiglie nella guarigione dai traumi subiti. A questo proposito, i vescovi annunciano che durante l’assemblea plenaria nazionale dell’autunno verrà aggiornato un piano d’azione. Da qui l’auspicio che anche i rapporti instaurati in questa direzione, in particolare con la controparte degli autoctoni, sia a livello nazionale che locale, si sviluppino ben oltre questa visita e servano da base per il lavoro futuro.

Nel comunicato poi si elenca una serie di richieste espresse dai popoli autoctoni: tra queste, una maggiore trasparenza nella conservazione e divulgazione degli archivi delle scuole residenziali, e il desiderio di affermare i diritti intrinseci dei popoli autoctoni e di chiarire le politiche e i principi storici. I presuli ricordano inoltre che durante l’assemblea plenaria del 2021 erano stati assunti alcuni impegni, tra i quali lo stanziamento di 30 milioni di dollari statunitensi per quello che sarebbe diventato un fondo di riconciliazione indigeno. Da qui la gratitudine ai responsabili autoctoni, ai governi e ai fedeli che hanno aiutato a compiere progressi significativi in tal senso.