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Sulle rive del “lago di Dio”

 Sulle rive del “lago di Dio”  QUO-170
27 luglio 2022

Lac Ste. Anne, 26. Sulle orme dei milioni di pellegrini, soprattutto indigeni, che da più di un secolo, ogni anno vengono qui nel giorno della festa dei santi Gioacchino e Anna, a venerare la “nonnina”, come la chiamano loro, Papa Francesco si è recato nel pomeriggio al Lago che porta il nome della santa per presiedervi la liturgia della Parola.

Wakamne o “Lago di Dio” per la nazione Alexis nakota sioux che vive all’estremità occidentale dello specchio d’acqua, e Manito Sahkahigan o “Spirit Lake” per i cree, si trova a circa 75 chilometri a nord-ovest di Edmonton. Fu Jean-Baptiste Thibault a intitolarlo alla madre della Vergine Maria, dopo aver stabilito nel 1842 una missione cattolica permanente, qui in Alberta, in questo sito già sacro per gli abitanti originari, che vi si immergevano ritenendolo un luogo di guarigione.

La chiesa parrocchiale fu costruita due anni dopo, nel 1844; completamente distrutta da un incendio nel 1928, è stata riedificata nel 2009 in uno stile che rievoca le culture dei tre popoli Prime nazioni, Métis e Inuit. Ed è qui che Francesco è stato accolto al suo arrivo dal parroco, dal sacerdote incaricato dei pellegrinaggi e da alcuni capi e anziani indigeni in abiti tradizionali. Successivamente ha proseguito verso la riva sospinto sulla sedia a rotelle, passando accanto alla statua di sant’Anna. Ad accompagnarlo gli immancabili caratteristici suoni del tamburo.

Ha potuto così vedere i tanti fedeli che in questi giorni si accampano sulle rive per l’annuale raduno dei cattolici del Canada occidentale. Dopo due anni di fermo a causa dell’emergenza sanitaria per il Covid-19, i pellegrini sono potuti tornare all’atteso incontro spirituale, in corso dal 25 al 28 luglio. Basti pensare che circa 40.000 persone vi avevano partecipato l’ultima volta nel 2019 prima che la pandemia imponesse l’interruzione.

Particolarmente evocativi i gesti liturgici incentrati sull’acqua lacustre: sotto un caldo sole, il Pontefice ha fatto il segno della croce benedicente verso i quattro punti cardinali, per ultimo in direzione nord verso il placido bacino, secondo la consuetudine indigena. Quindi giratosi verso l’assemblea alle sue spalle ha asperso i presenti — diecimila secondo gli organizzatori — con l’acqua del lago. Di nuovo in carrozzella si è infine diretto verso il santuario dedicato a Sant’Anna, per presiedere la liturgia della Parola nella grande struttura lignea senza pareti. Dopo la proclamazione delle letture (Ezechiele 47, 1-2. 8-9. 12, Salmo Isaia 12, 2. 4. 5-6 e Vangelo di Giovanni 7, 37-39), all’omelia, pronunciata in spagnolo e i cui vari passi sono stati tradotti in inglese, Papa Bergoglio è ritornato a sottolineare l’importanza delle nonne parlando della propria esperienza personale. Quindi rivolgendosi agli indigeni ha espresso un desiderio: che «la Chiesa sia intrecciata a voi, come stretti e uniti sono i fili delle fasce colorate che tanti di voi indossano», ha detto riferendosi a uno degli elementi ricorrenti nell’abbigliamento dei popoli autoctoni.

Padre Garry Laboucane, degli Oblati di Maria Immacolata, che ha servito la comunità locale per decenni, e Audrey Poitras, presidente della nazione Métis dell’Alberta, sono convinti che questo pellegrinaggio penitenziale del vescovo di Roma avrà un ruolo profondo nella riconciliazione, non solo a livello locale, ma anche per l’intera Provincia e per tutto il Paese. Entrambi sperano nel perdono, nella riconciliazione e in un nuovo inizio. «La presenza del Papa ha un grande potenziale di guarigione; il modello mostrato dal pellegrinaggio può giovare a tutte le persone in tutto il Canada, con l’esempio dello Spirito Santo che ci guarisce mentre celebriamo insieme nell’unità», dicono.

Al termine, Francesco ha benedetto una statua mariana raffigurante Nostra Signora che scioglie i nodi. Quindi in auto ha fatto rientro al seminario, per trascorrervi l’ultima notte del soggiorno a Edmonton. Qui, sotto lo sguardo discreto ma attento della sicurezza — della quale fanno pure parte agenti appartenenti ai popoli indigeni, che lo scortano anche durante gli spostamenti — il Pontefice alloggia fino a domani mattina, mercoledì 27, quando lascerà la provincia anglofona del Canada occidentale per trasferirsi a est, nel Québec francofono, dov’è in programma la seconda parte del viaggio. (gianluca biccini)