· Città del Vaticano ·

All’Angelus il saluto alle popolazioni del Canada dove Francesco si recherà domenica prossima

Un pellegrinaggio penitenziale per favorire guarigione e riconciliazione

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18 luglio 2022

Il viaggio apostolico in Canada che inizierà domenica prossima sarà «un pellegrinaggio penitenziale» per «abbracciare le popolazioni indigene» e contribuire così al «cammino di guarigione e di riconciliazione» già intrapreso. Lo ha detto Papa Francesco al termine dell’Angelus di ieri, rivolgendo un saluto alle popolazioni del Paese dove si recherà dal 24 al 30 luglio. In precedenza, introducendo la preghiera mariana recitata dalla finestra dello Studio privato del Palazzo apostolico vaticano con i fedeli riuniti in piazza San Pietro, il Pontefice aveva commentato il brano del Vangelo domenicale, dedicato all’incontro di Gesù con Marta e Maria.

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Il Vangelo della Liturgia di questa domenica ci presenta un vivace quadretto domestico con Marta e Maria, due sorelle che offrono ospitalità a Gesù nella loro casa (cfr. Lc 10, 38-42). Marta si dà subito da fare per l’accoglienza degli ospiti, mentre Maria si siede ai piedi di Gesù per ascoltarlo. Allora Marta si rivolge al Maestro e gli chiede di dire a Maria che l’aiuti. La lamentela di Marta non sembra fuori luogo; sentiamo anzi di darle ragione. Eppure Gesù le risponde: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una sola cosa c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta» (Lc 10, 41-42). È una risposta che sorprende. Ma Gesù molte volte ribalta il nostro modo di pensare. Chiediamoci perché il Signore, pur apprezzando la generosa premura di Marta, afferma che l’atteggiamento di Maria è da preferire.

La “filosofia” di Marta sembra questa: prima il dovere, poi il piacere. L’ospitalità, in effetti, non è fatta di belle parole, ma esige che si metta mano ai fornelli, che ci si dia da fare in tutto ciò che occorre perché l’ospite possa sentirsi ben accolto. Questo, Gesù lo sa molto bene. E difatti riconosce l’impegno di Marta. Però, vuole farle capire che c’è un ordine di priorità nuovo, diverso da quello che fino ad allora aveva seguito. Maria ha intuito che c’è una “parte migliore” a cui va dato il primo posto. Tutto il resto viene dopo, come un corso d’acqua che scaturisce dalla sorgente. E così ci domandiamo: che cos’è questa “parte migliore”? È l’ascolto delle parole di Gesù. Dice il Vangelo: «Maria, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola» (v. 39). Notiamo: non ascoltava in piedi, facendo altro, ma si era seduta ai piedi di Gesù. Ha capito che Lui non è un ospite come gli altri. A prima vista sembra che sia venuto a ricevere, perché ha bisogno di cibo e di un alloggio, ma in realtà, il Maestro è venuto per donarci sé stesso mediante la sua parola.

La parola di Gesù non è astratta, è un insegnamento che tocca e plasma la vita, la cambia, la libera dalle opacità del male, appaga e infonde una gioia che non passa: la parola di Gesù è la parte migliore, quella che aveva scelto Maria. Per questo lei le dà il primo posto: si ferma e ascolta. Il resto verrà dopo. Questo non toglie nulla al valore dell’impegno pratico, però esso non deve precedere, ma sgorgare dall’ascolto della parola di Gesù, dev’essere animato dal suo Spirito. Altrimenti si riduce a un affannarsi e agitarsi per molte cose, si riduce a un attivismo sterile.

Fratelli e sorelle, approfittiamo di questo tempo di vacanze, per fermarci e metterci in ascolto di Gesù. Oggi si fa sempre più fatica a trovare momenti liberi per meditare. Per tante persone i ritmi di lavoro sono frenetici, logoranti. Il periodo estivo può essere prezioso anche per aprire il Vangelo e leggerlo lentamente, senza fretta, un passo ogni giorno, un piccolo passo del Vangelo. E questo fa entrare in questa dinamica di Gesù. Lasciamoci interrogare da quelle pagine, domandandoci come sta andando la nostra vita, la mia vita, se è in linea con ciò che dice Gesù o non tanto. In particolare, chiediamoci: quando inizio la giornata, mi butto a capofitto nelle cose da fare, oppure cerco prima ispirazione nella Parola di Dio? A volte noi incominciamo le giornate automaticamente, a fare le cose... come le galline. No. Dobbiamo incominciare le giornate prima di tutto guardando al Signore, prendendo la sua Parola, breve, ma che sia questa l’ispirazione delle giornata. Se al mattino usciamo di casa serbando nella mente una parola di Gesù, sicuramente la giornata acquisterà un tono segnato da quella parola, che ha il potere di orientare le nostre azioni secondo ciò che vuole il Signore.

La Vergine Maria ci insegni a scegliere la parte migliore, che non ci sarà mai tolta.

Al termine della preghiera il Papa ha ricordato la beatificazione del gesuita Giovanni Filippo Jeningen, celebrata sabato in Germania; quindi ha lanciato un appello per la pace in Sri Lanka e, denunciando ancora una volta «l’insensatezza della guerra in Ucraina», ha chiesto a tutte le parti in causa di darsi da fare «per riprendere i negoziati»; infine ha parlato del viaggio in Canada e, dopo aver salutato i gruppi di fedeli presenti, ha rivolto un pensiero ai ragazzi che partecipano al Giffoni Film Festival.

Cari fratelli e sorelle!

Ieri a Ellwangen (Germania) è stato beatificato Giovanni Filippo Jeningen, sacerdote della Compagnia di Gesù, vissuto in Germania nella seconda metà del xvii secolo. Svolse il suo ministero tra le popolazioni rurali del Ducato di Württemberg. Instancabile annunciatore del Vangelo, raggiunse persone di ogni classe sociale, animato da grande spirito apostolico e da una speciale devozione mariana. L’esempio e l’intercessione di questo sacerdote ci aiuti a sentire la gioia di condividere il Vangelo con i nostri fratelli. Un applauso al nuovo Beato!

Esprimo nuovamente la mia vicinanza al popolo dello Sri Lanka. Cari fratelli e sorelle, mi unisco a voi nella preghiera ed esorto tutte le parti a cercare una soluzione pacifica alla presente crisi, a favore, in particolare, dei più poveri, rispettando i diritti di tutti. Mi associo ai capi religiosi nell’implorare tutti di astenersi da ogni forma di violenza e di avviare un processo di dialogo per il bene comune.

E sono sempre vicino anche alla martoriata popolazione ucraina, colpita ogni giorno da una pioggia di missili. Come si fa a non capire che la guerra crea solo distruzione e morte, allontanando i popoli, uccidendo la verità e il dialogo? Prego e auspico che tutti gli attori internazionali si diano veramente da fare per riprendere i negoziati, non per alimentare l’insensatezza della guerra.

Domenica prossima, a Dio piacendo, partirò per il Canada; per questo desidero ora rivolgermi a tutti gli abitanti di quel Paese. Cari fratelli e sorelle del Canada, come sapete, verrò tra voi soprattutto nel nome di Gesù per incontrare e abbracciare le popolazioni indigene. Purtroppo, in Canada, molti cristiani, compresi alcuni membri di istituti religiosi, hanno contribuito alle politiche di assimilazione culturale che, in passato, hanno gravemente danneggiato, in diversi modi, le comunità native. Per questo, recentemente ho ricevuto in Vaticano alcuni gruppi, rappresentanti dei popoli indigeni, ai quali ho manifestato il mio dolore e la mia solidarietà per il male che hanno subito. E ora mi accingo a compiere un pellegrinaggio penitenziale, che spero, con la grazia di Dio, possa contribuire al cammino di guarigione e riconciliazione intrapreso già. Vi ringrazio fin da ora per tutto il lavoro di preparazione e per l’accoglienza che mi riserverete. Grazie a tutti! E vi chiedo per favore di accompagnarmi con la preghiera.

Ed ora saluto voi, cari romani e pellegrini, in particolare le Suore della Risurrezione e le Missionarie del Sacro Cuore, che stanno svolgendo a Roma i loro Capitoli Generali. Saluto i fedeli della Hermandad de la Virgen de las Nieves, di Los Palacios y Villafranca (Sevilla), e i giovani che seguono il corso di formazione del movimento Regnum Christi. Si fanno sentire i giovani!

Mi fa piacere ricambiare il saluto che mi hanno rivolto i ragazzi partecipanti al Giffoni Film Festival, che quest’anno è dedicato agli “invisibili”, cioè alle persone che vengono messe da parte ed escluse dalla vita sociale. Grazie e auguri! E saluto anche i ragazzi dell’Immacolata.

A tutti auguro una buona domenica e, per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!