· Città del Vaticano ·

Sri Lanka

Sotto il peso della crisi

A worker pulls a cart loaded with goods at a commercial center in Colombo on July 12, 2022. (Photo ...
13 luglio 2022

Colombo, 13. È Stato d’emergenza. Da ormai tre mesi nello Sri Lanka scarseggiano beni di prima necessità e carburante. La peggiore crisi finanziaria degli ultimi settanta anni ha condotto il governo alla condizione di insolvenza nei confronti di debiti che ammontano a 78 milioni di dollari sugli interessi scaduti. Per questo aveva chiesto ufficialmente assistenza finanziaria al Fondo monetario internazionale. Nel contempo si era rivolto anche all’India e alla Cina, suo principale creditore. All’inizio di luglio, Colombo aveva interpellato persino il presidente russo Vladimir Putin. «Ho richiesto un’offerta di supporto creditizio per importare carburante», aveva fatto sapere via Twitter il presidente Rajapaksa riferendosi alla sua conversazione con il leader russo. Nell’occasione era stata anche inoltrata ufficiale richiesta per la ripresa dei voli tra Mosca e la capitale, dopo che la compagnia di bandiera russa Aeroflot aveva sospeso i servizi. A far precipitare nel baratro il paese ha contribuito la pandemia e il conflitto in Ucraina. Ma il colpo di grazia è arrivato con l’instabilità politica sorta all’indomani delle manifestazioni dei giorni scorsi, l’occupazione della residenza presidenziale e, non ultima, la fuga di Gotabaya Rajapaksa alle Maldive. Al suo posto oggi è stato nominato presidente facente funzioni il premier, Ranil Wickremesinghe. L’annuncio è arrivato dallo scranno più alto del Parlamento a seguito della designazione dello stesso Rajapaksa, il quale, secondo fonti dell’aeroporto di Malé, è stato scortato in un luogo sicuro dalle forze dell’ordine insieme a sua moglie e a una guardia del corpo. Wickremesinghe era stato nominato ad aprile per gestire la crisi economica e sociale che ha ridotto i 22 milioni di abitanti allo stremo. «Poiché il presidente è fuori dal Paese, è stato dichiarato lo stato di emergenza per gestire la situazione», ha detto il portavoce del premier, Dinouk Colombage. Pronta la risposta del leader dell’opposizione, Sajith Premadasa, secondo cui l’inidcazione di Wickremesinghe non ha valore ai sensi della Costituzione e che, pertanto non può essere proclamato alcuno stato di emergenza. Nella capitale, intanto, proseguono le proteste e le autorità hanno imposto il coprifuoco in gran parte del Paese. I manifestanti, infatti, hanno assaltato l’ufficio del premier e la polizia ha risposto con lanci di gas lacrimogeni. I dimostranti inoltre hanno fatto irruzione nella sede della tv di stato. Wickremesinghe, di rimando, è andato in tv e in una dichiarazione ha chiesto a militari e polizia di ristabilire l’ordine. Sostegno e solidarietà sono arrivate dalll’Onu: «È necessaria una transizione graduale verso un governo legittimo, in grado di continuare il dialogo con tutte le parti interessate, nazionali e internazionali per aiutare il Paese a far fronte alla sua peggiore crisi economica dall’indipendenza». Le Nazioni Unite si sono dette pronte ad impegnarsi per favorire il dialogo e garantire la sicurezza alimentare, l’agricoltura, i mezzi di sussistenza e l’accesso alla salute per i più vulnerabili, con un’azione immediata per evitare ulteriori sofferenze. Lo stesso Segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha sollecitato una transizione graduale, condannando ogni forma di violenza e chiedendo responsabilità. Il Presidente della Fondazione Migrantes, monsignore Gian Carlo Perego si è detto preoccupato per la comunità dei srilanchesi in Italia, formata da oltre 110.000 persone, cingalesi e tamil, parimenti formata da uomini e donne, ma anche da 25.000 minori.