· Città del Vaticano ·

La buona Notizia
Il Vangelo della XVI domenica del tempo ordinario (Luca 10, 38-42)

A Lui importa di noi

 A Lui importa di noi  QUO-157
12 luglio 2022

Tra le molte donne partecipi della storia della salvezza Marta e Maria, le due sorelle di Lazzaro, sono tra le più note; Gesù stesso ce le fa conoscere come sue discepole e amiche, con un posto speciale nel suo cuore e con sentimenti reciproci di confidenza e intimità.

L’Evangelista ci porta con familiarità nella loro casa, insieme con Gesù, e con lui osserviamo e ascoltiamo ciò che accade; Maria si siede ai piedi del Signore per ascoltarlo e Marta si trova da sola a prestare il servizio dell’ospitalità.

Marta incalza Gesù, quasi scandalizzata e senza filtri di perbenismo «Non t’importa?».

Chi di noi, con animo moralista e giustiziere, prestando attenzione alla protesta che Marta rivolge al Signore, non si trova d’accordo con lei? Marta, del resto, ha le sue ragioni: Gesù era un rabbì che quando entrava in una casa portava con sé, almeno, altre dodici persone. Il primo sentimento che proviamo è quello di una grande empatia con la padrona di casa, indaffarata per preparare l’accoglienza per gli ospiti e per l’Ospite tanto caro e atteso.

Maria sembra farci meno compassione; secondo noi è pigra, indolente: dovrebbe darsi da fare perché resta sempre vero che c’è “prima il dovere e poi il piacere”.

E noi, insieme a Marta, quante volte abbiamo sentito sorgere nel cuore questo stesso grido: «Non vedi ciò che accade? Non senti che soffriamo? Non vedi il male, l’ingiustizia? E la guerra? Le malattie? La morte?... Non t’importa?».

Marta è la nostra voce! E Gesù la ascolta.

Sfogliando le pagine dei Vangeli, questo stesso grido appare in un evento ben più drammatico (Mc 4, 36-41): è sera, dopo una lunga giornata di predicazione, i discepoli, in obbedienza alla parola del Signore, tentano di attraversare con le barche il mare per passare all’altra riva. Gesù dorme sul cuscino di poppa mentre vento e acqua scatenano le loro forze in una tempesta che sembra preludere alla tragedia. «Non t’importa che moriamo?» è il grido dei discepoli che risveglia Gesù (Mc 4, 38).

Papa Francesco, nel memorabile Momento di preghiera in tempo di pandemia (27 marzo 2020), ci aiutava a riflettere proprio su questa espressione rivolta a Gesù: «Non t’importa? I discepoli pensano che Gesù si disinteressi di loro, che non si curi di loro. Tra di noi, nelle nostre famiglie, una delle cose che fa più male è quando ci sentiamo dire: “Non t’importa di me?”. È una frase che ferisce e scatena tempeste nel cuore. Avrà scosso anche Gesù. Perché a nessuno più che a Lui importa di noi. Infatti, una volta invocato, salva i suoi discepoli sfiduciati».

In entrambe le pagine di Vangelo, le risposte del Maestro non tardano ad arrivare e sembrano sovrapporsi: «Marta, Marta… non hai ancora fede? Perché gridate contro di me?... Una cosa sola è necessaria». Gesù salva Marta senza separarla da sua sorella e salva i discepoli senza umiliarli per la loro paura. Salva tutti noi riportandoci all’essenziale, alla relazione con lui, alla certezza della sua presenza fedele, alla rassicurante confidenza nel suo essere con noi «tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (cf. Mt 28, 20). 

di Fulvia Sieni