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Riscoprire il senso della vecchiaia

Fonte di scoperte
e insegnamenti

 Fonte di scoperte  e insegnamenti  QUO-148
01 luglio 2022

Se Giovanni Paolo ii chiedeva ai giovani di «prendere il largo», Francesco ricorda agli anziani che la vecchiaia non è «un momento per tirare i remi in barca»: ogni età ha infatti i suoi frutti da portare, e quella più avanzata non fa eccezione. «Nella vecchiaia daranno ancora frutti», recita il Salmo 92, spiegando che chi ha le proprie radici nel Signore sarà «verde e rigoglioso» anche dopo tanti anni.

Qui potrebbe esserci un fraintendimento, perché la nostra società — soprattutto la cultura occidentale di questi ultimi anni — non ci aiuta. Se infatti nell’antichità, e ancora oggi in diversi Paesi del mondo, essere anziano è un vantaggio, una garanzia di saggezza (pensiamo alla stessa parola presbitero, che significa appunto il più anziano), nell’Occidente del ventunesimo secolo è quasi una vergogna.

I filtri su Instagram ci aiutano a far scomparire le rughe, la chirurgia estetica ci ridà le sembianze di venti o trent’anni prima, l’abbigliamento e gli stili di vita fanno il resto: se “i 70 anni sono i nuovi 50”, come si sente dire spesso in giro, non è soltanto perché l’età media si è allungata, ma anche perché nella nostra società si fa strada la paura di invecchiare, di non essere più competitivi con chi è più giovane di noi.

Il versetto del Salmo scelto da Papa Francesco per la seconda Giornata mondiale dei nonni e degli anziani, domenica 24 luglio, ci dice invece che i frutti si danno anche se il tempo passa. Uno è certamente la saggezza, che ha bisogno dei colpi della vita per maturare; un altro è la tenerezza, che arrivati a un certo punto prende il posto dell’ambizione; ce ne sono poi molti altri, che ognuno di noi sperimenta quotidianamente in famiglia e che arricchiscono le nostre vite. L’invecchiamento della popolazione ha prodotto cambiamenti profondi anche nel mercato — pensiamo alle pubblicità televisive, rivolte a quello specifico segmento — ma non ancora nel nostro modo di convivere con la vecchiaia. Questo mese, nella sua intenzione di preghiera e nel suo Video, il Papa ci interroga tutti, cristiani e non.

Si è appena chiuso giugno, il mese di preghiera sulla famiglia, che Papa Francesco ha voluto inserire in un trittico: preceduto da quello sui giovani, a maggio, e seguito a luglio da quello sugli anziani. Nel Video del Papa di maggio si vedeva una ragazza intenta a disegnare a matita, finché suo nonno non si avvicina con un regalo inatteso: la cassa dei propri colori a tempera, utilizzati da giovane. In quello di luglio, i protagonisti non cambiano: i ragazzi passano in cucina e trovano i nonni intenti a preparare per loro un buonissimo dolce di pane, che poi tutti mangiano insieme. C’è qualcosa di eucaristico, nella scelta della Rete Mondiale di Preghiera del Papa di raccontare l’intenzione di preghiera del Papa di questo mese: come nel Vangelo Gesù spezza il pane ai discepoli e dà loro da mangiare il suo corpo, così nel Video del Papa di luglio i nonni cucinano il pane per i propri nipoti, dando loro da mangiare il frutto della propria tenerezza e del proprio amore. Un amore gratuito, diverso da quello dei genitori. Un rapporto unico, che chiunque abbia la fortuna di provare nella vita conosce bene.

E non è un caso che il protagonista sia il pane, perché «gli anziani — dice Francesco, nel suo messaggio — il pane che alimenta le nostre vite, sono la saggezza nascosta di un popolo: per questo è bello festeggiarli, e ho istituito una giornata dedicata a loro».

Francesco ha dedicato proprio agli anziani un ciclo di catechesi alle udienze generali del mercoledì: leggerle tutte insieme dà l’idea della ricchezza che, per la Chiesa, l’età avanzata rappresenta. Mentre nella società, purtroppo, si fa sempre più strada la cultura dello scarto, accompagnata dalla paura di invecchiare. E invece stare a contatto con gli anziani è fonte di scoperte e insegnamenti.

di Andrea Sarubbi