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Perché questo giornale?

 Perché questo giornale?  ODS-001
23 giugno 2022

Perché un giornale di strada? Perché questo giornale di strada dell’«Osservatore Romano»? La risposta la troverete nelle pagine che tenete tra le mani o che state leggendo online. E a darla sarà la voce di chi solitamente non è ascoltato, quella dei poveri, dei fragili, delle persone ferite dalla vita, di chi è messo alla porta ed escluso. Perché gli “scartati” — per usare un’espressione di Papa Francesco — hanno qualcosa da dire e da insegnare. Sono custodi di esperienze, saperi, valori da prendere sul serio.

Quante lezioni di umanità, di buon senso, di gratitudine si ricevono quando si riesce a rompere il velo della diffidenza e ad avvicinarsi all’altro guardandosi negli occhi.

«L’Osservatore di Strada» nasce oggi, nel giorno della festa dei Santi Pietro e Paolo, proprio per questo. Per “dar voce a chi non ha voce”. Per alimentare — come recita il sottotitolo alla testata — l’amicizia sociale e la fraternità. Nella convinzione che c’è bisogno di questo. Soprattutto oggi, dopo l’esperienza devastante della pandemia, che ha dimostrato tutta la fragilità delle nostre società dell’efficientismo, e mentre la “guerra mondiale a pezzi”, denunciata da Papa Francesco, continua ad estendersi minacciando di diventare una catastrofe irreparabile.

Lo faremo con semplicità. Facendo affidamento sulla disponibilità delle persone a raccontarsi e a raccontare, a condividere un pezzo della loro vita e dei loro sogni. Lo faremo con passione. Nello stile tracciato da Papa Francesco che negli ultimi messaggi per la giornata delle comunicazioni sociali ha invitato chi fa informazione ad incontrare «le persone dove e come sono» e ad «ascoltare con l’orecchio del cuore». E, soprattutto, lo faremo insieme. Perché questo non è un giornale solo dei poveri: non hanno certo bisogno di un altro ghetto in cui essere rinchiusi. E neanche un giornale solo per i poveri, anche se le offerte raccolte dalla distribuzione delle copie cartacee saranno interamente devolute ai senza fissa dimora che si faranno carico della diffusione. «L’Osservatore di Strada» è e vuol essere un giornale con i poveri, realizzato insieme con loro, dando modo di esprimersi a chi ha un talento per la scrittura o per il disegno o semplicemente una storia da raccontare o un’opinione da esprimere. E a chi non ha gli strumenti, sarà il giornale a fornirglieli, coinvolgendo intellettuali e personaggi del mondo della cultura (scrittori, poeti, giornalisti, fotografi, vignettisti, registi, attori, musicisti…) che metteranno a disposizione il loro mestiere restituendo un contributo che sia frutto non di una fredda mediazione a tavolino, ma di una relazione diretta, faccia a faccia. Tutti sullo stesso piano. A tutti la stessa dignità. Per tutti lo stesso rispetto.

Ogni numero sarà centrato su un tema. Per questa prima uscita ci è sembrato naturale partire dalla strada. Ce la raccontano Mimmo, che vive sulle panchine nel centro di Roma, e lo scrittore Daniele Mencarelli, entrambi protagonisti dell’incontro al quale sono riservate le pagine 2 e 3. Un dialogo tra due menti e due cuori.

A pagina 4 la voce protagonista è quella di chi si è visto costretto ad abbandonare la propria terra per cercare altrove una speranza, di chi bussa alla nostra porta di casa e non sa se sarà accolto come un nemico o come un fratello. Quella migratoria è una delle questioni centrali del nostro tempo. C’è bisogno di rielaborare i concetti di straniero e di confine. E la grande generosità dimostrata recentemente nei confronti dei rifugiati dall’Ucraina dimostra che questo è possibile.

Anche «l’Osservatore di Strada» vuole partecipare alla missione delle altre edizioni del giornale vaticano e degli organi d’informazione che fanno capo al Dicastero per la comunicazione. Per questo, nelle pagine centrali, la riflessione sul tema del numero è guidata da Papa Francesco, attraverso un’ampia antologia delle sue parole e dei suoi gesti.

C’è poi la voce di chi si spende al servizio della carità. Con lo sguardo del buon samaritano è il titolo della pagina che racconta iniziative concrete, attività, servizi, mettendo l’accento sulla relazione che si crea tra chi offre il proprio aiuto e chi ha bisogno. In questo numero l’attenzione è rivolta all’opera dell’Elemosineria apostolica, espressione concreta della carità del Papa nelle strade di Roma e del mondo.

Testi, poesie, pensieri, racconti, disegni liberamente realizzati da chi vive l’esperienza della povertà, dell’abbandono, dell’invisibilità, popolano un altro “paginone”. Sono canti raccolti dalle periferie ai quali si affianca una rubrica importante, attraverso la quale avremo modo di conoscere altri giornali di strada, in Italia e nel mondo.

In ultima pagina, una riflessione di carattere spirituale. In questo numero la firma il cardinale Enrico Feroci. Lo ringraziamo di questo dono, come ringraziamo il cardinale Konrad Krajewski, Elemosiniere del Papa, e il vescovo Benoni Ambarus, ausiliare di Roma delegato per la carità, che, come il cardinale Feroci, hanno accettato di accompagnare questo giornale nel suo impegno al servizio della comunione ecclesiale.

Allo stesso modo ringraziamo gli operatori e i volontari di tutte le associazioni, le comunità, le parrocchie, le organizzazioni ecclesiali e non ecclesiali che con il loro generoso essere accanto agli ultimi sono punto di riferimento per il nostro lavoro.

Un grazie agli autori, professionisti e non, e a quanti, con le loro donazioni, permettono di sostenere le spese di stampa del giornale.

Infine, un grazie personale ad Anna Paola Lacatena, che mi ha aiutato a buttare il cuore oltre la siepe dei miei limiti e della paura della mia inadeguatezza, e a tutti gli amici che mi hanno incoraggiato e sostenuto. Un particolare pensiero di gratitudine va al direttore Andrea Monda, al Prefetto del Dicastero per la comunicazione, Paolo Ruffini, e al Direttore editoriale, Andrea Tornielli, per aver creduto in questo sogno ed essersi lasciati coinvolgere nell’avventura che oggi comincia. (piero di domenicantonio)

di Piero Di Domenicantonio