La notte
La cosa più brutta del vivere per strada? Per me è la notte.
Non c’è un nascondiglio veramente sicuro nella città e dormire per strada, o sotto un ponte, espone a tutti i rischi che si possono immaginare.
Si dorme sempre con un occhio solo, mai tranquilli. Ti puoi svegliare che ti hanno rubato le scarpe o lo zaino in cui avevi i documenti, che senza quelli non sei nessuno.
Oppure qualche ragazzaccio in vena di bravate ti mena solo perché si annoia o deve fare il “fico” davanti agli amici.
E poi il freddo…
Uno non se lo può immaginare il freddo di certe notti d’inverno, quando il vento urla e tu puoi avere pure dieci coperte, ma il freddo passa lo stesso, e tremi… e se poi si aggiunge la pioggia…
Sì, perché tutti sono convinti che a trovare un riparo dalla pioggia non ci vuole niente. Ma mica è vero.
Negli ultimi anni un sacco di posti sono stati chiusi con le inferriate, pure davanti alle chiese certe volte. E se ti fradici, e stai per strada, non è che poi vai a casa e ti cambi. No!
Ti si asciuga tutto addosso, la mattina dopo, al sole. Se c’è il sole.
Qualche volta per la disperazione ho preso a dormire su un autobus… da capolinea a capolinea. L’avevo scelto col percorso bello lungo così potevo dormire un po’ di più, e al caldo, senza stare sotto la pioggia. Però, per quanto lungo, dopo 45 minuti arrivi all’altro capolinea e devi scendere. Poi aspetti, risali, fai altri 45 minuti e riscendi… E così via.
Per fortuna ogni tanto l’autista capisce e ti lascia dormire sopra anche al capolinea. Una volta uno mi ha pure portato un caffè. Certi so’ bravi.
E poi c’è da trovarsi dove ci si può lavare, prendere dei vestiti puliti…
Per mangiare? Lì per fortuna ci sono tanti aiuti perché nelle mense della Comunità di Sant’Egidio o della Caritas o in tante parrocchie si mangia e si trovano tante brave persone che ti ascoltano e ti danno una mano concreta.
Il problema per me… insomma, l’avete capito, è quando arriva la sera… e poi la notte.
Ecco, quella è proprio la cosa che non sopporto.
Luigi