· Città del Vaticano ·

Al Regina Caeli il Papa rinnova l’invito a unirsi in preghiera a conclusione del mese mariano

Il Rosario per la pace dono che il mondo attende

 Il Rosario per la pace dono che il mondo attende  QUO-122
30 maggio 2022

La pace è «il dono che il mondo attende». Per questo Papa Francesco — dopo il Regina Caeli recitato domenica 29 maggio con i fedeli riuniti in piazza San Pietro — ha rinnovato l’invito a unirsi a lui nella preghiera del Rosario che avrà luogo martedì 31, nella basilica di Santa Maria Maggiore, a conclusione del mese mariano. In precedenza il Pontefice aveva ricordato la solennità dell’Ascensione, commentando il brano evangelico di Luca che narra l’ultima apparizione di Gesù ai discepoli.

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Oggi in Italia e in molti Paesi si celebra l’Ascensione del Signore, cioè il suo ritorno al Padre. Nella Liturgia, il Vangelo secondo Luca narra l’ultima apparizione del Risorto ai discepoli (cfr. 24, 46-53). La vita terrena di Gesù culmina proprio con l’Ascensione, che professiamo anche nel Credo: «È salito al cielo, siede alla destra del Padre». Che cosa significa questo avvenimento? Come dobbiamo intenderlo? Per rispondere a questa domanda, soffermiamoci su due azioni che Gesù compie prima di salire al Cielo: Egli anzitutto annuncia il dono dello Spirito e poi benedice i discepoli. Annuncia il dono dello Spirito e benedice.

Per prima cosa Gesù dice ai suoi amici: «Io mando su di voi Colui che il Padre mio ha promesso» (v. 49). Sta parlando dello Spirito Santo, del Consolatore, di Colui che li accompagnerà, li guiderà, li sosterrà nella missione, li difenderà nelle battaglie spirituali. Comprendiamo allora una cosa importante: Gesù non sta abbandonando i discepoli. Ascende al Cielo, ma non ci lascia soli. Anzi, proprio salendo verso il Padre assicura l’effusione dello Spirito Santo, del suo Spirito. In un’altra occasione aveva detto: «È bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paraclito» (Gv 16, 7), cioè lo Spirito. Anche in questo si vede l’amore di Gesù per noi: la sua è una presenza che non vuole limitare la nostra libertà. Al contrario, fa spazio a noi, perché il vero amore genera sempre una vicinanza che non schiaccia, non è possessivo, è vicino ma non possessivo; anzi, il vero amore ci rende protagonisti. E così Cristo rassicura: “Vado al Padre, e voi sarete rivestiti di potenza dall’alto: vi manderò il mio stesso Spirito e con la sua forza continuerete la mia opera nel mondo!” (cfr. Lc 24, 49). Dunque, salendo al Cielo Gesù, anziché rimanere accanto a pochi con il corpo, si fa vicino a tutti con il suo Spirito. Lo Spirito Santo rende presente Gesù in noi, oltre le barriere del tempo e dello spazio, per farci suoi testimoni nel mondo.

Subito dopo — è la seconda azione — Cristo alza le mani e benedice gli apostoli (cfr. v. 50). È un gesto sacerdotale. Dio, fin dai tempi di Aronne, aveva affidato ai sacerdoti il compito di benedire il popolo (cfr. Nm 6, 26). Il Vangelo vuole dirci che Gesù è il grande sacerdote della nostra vita. Gesù sale al Padre per intercedere a nostro favore, per presentargli la nostra umanità. Così, davanti agli occhi del Padre, ci sono e ci saranno sempre, con l’umanità di Gesù, le nostre vite, le nostre speranze, le nostre ferite. Dunque, mentre compie il suo “esodo” verso il Cielo, Cristo “ci fa strada”, va a prepararci un posto e, fin da ora, intercede per noi, perché possiamo essere sempre accompagnati e benedetti dal Padre.

Fratelli e sorelle, pensiamo oggi al dono dello Spirito che abbiamo ricevuto da Gesù per essere testimoni del Vangelo. Chiediamoci se lo siamo davvero; e anche se siamo capaci di amare gli altri lasciandoli liberi e facendo loro spazio. E poi: sappiamo farci intercessori per gli altri, cioè sappiamo pregare per loro e benedire le loro vite? Oppure ci serviamo degli altri per i nostri interessi? Impariamo questo: la preghiera di intercessione, intercedere per le speranze e per le sofferenze del mondo, intercedere per la pace. E benediciamo con lo sguardo e con le parole chi incontriamo ogni giorno!

Ora preghiamo la Madonna, la benedetta tra le donne che, ricolma di Spirito Santo, prega e intercede sempre per noi.

Al termine del Regina Caeli il Papa ha ricordato la beatificazione di don Luigi Lenzini celebrata il giorno prima a Modena. Poi ha parlato della Giornata mondiale delle comunicazioni sociali e di quella nazionale del Sollievo, prima di invitare i fedeli alla recita del Rosario per la pace.

Ieri, a Modena, è stato beatificato Don Luigi Lenzini, martire della fede, ucciso nel 1945 perché colpevole di additare i valori cristiani come strada maestra della vita, in un clima di odio e di conflitto in quel tempo. Questo sacerdote, pastore secondo il cuore di Cristo e messaggero della verità e della giustizia, ci aiuti dal Cielo a testimoniare il Vangelo con carità e franchezza. Un applauso al nuovo Beato!

Si celebra oggi la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, sul tema Ascoltare con l’orecchio del cuore. Saper ascoltare, oltre che il primo gesto di carità, è anche il primo indispensabile ingrediente del dialogo e della buona comunicazione. Saper ascoltare, lasciare che gli altri dicano tutto, non tagliare a metà, saper ascoltare con gli orecchi e con il cuore. Auguro a tutti di crescere in questa capacità di ascoltare con il cuore.

Oggi in Italia ricorre la Giornata Nazionale del Sollievo. Ricordiamoci che «il malato è sempre più importante della sua malattia» e che «anche quando non è possibile guarire, sempre è possibile curare, sempre è possibile consolare, sempre è possibile far sentire una vicinanza» (Messaggio per la Giornata Mondiale del Malato 2022).

Dopodomani, ultimo giorno del mese di maggio, festa liturgica della Visitazione di Maria Santissima, alle ore 18, nella Basilica di Santa Maria Maggiore pregheremo il Rosario per la pace, in collegamento con numerosi Santuari di tanti Paesi. Invito i fedeli, le famiglie e le comunità ad unirsi a questa invocazione, per ottenere da Dio, con l’intercessione della Regina della Pace, il dono che il mondo attende.

Saluto tutti voi, romani e pellegrini. In particolare, saluto i fedeli venuti dall’Olanda, dalla Spagna e dall’Australia. Saluto la parrocchia di San Roberto Bellarmino in Roma, che conclude l’anno giubilare per i 400 anni della morte di San Roberto Bellarmino. Saluto i polacchi — sempre tanti polacchi! — con una benedizione per quanti in patria partecipano al grande pellegrinaggio al Santuario mariano di Piekary Śląskie. Saluto gli alunni della scuola San Vincenzo di Olbia e i ragazzi della Cresima di Luras.

Dopo i saluti ai pellegrini presenti in piazza, il Pontefice ha annunciato la sua decisione di creare ventuno nuovi cardinali nel corso del Concistoro del 27 agosto prossimo (pubblichiamo in prima pagina il testo integrale di Francesco). Quindi si è congedato dai fedeli con queste parole.

Vi auguro una buona domenica! Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci.