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Grano

Una guerra nella guerra

TOPSHOT - A worker loads a sack of wheat on a freight train at Chawa Pail railway station in Khanna, ...
24 maggio 2022

Lo spettro di una disastrosa crisi alimentare globale — in particolare per i Paesi più esposti alle carenze ed ai rincari del grano in Medio Oriente, nord Africa e sud-est asiatico — si profila con sempre maggiore insistenza come una delle conseguenze più gravi del conflitto in Ucraina. Una guerra nella guerra che potrebbe nel lungo periodo portare persino ad un numero maggiore di morti del conflitto stesso se non si risolverà lo stallo legato alle tonnellate di grano ferme nei porti dell’Ucraina. E in alcuni Paesi più esposti le conseguenze già si fanno sentire drammaticamente.

«Ci sono 22 milioni di tonnellate di grano bloccate e i russi lo rubano costantemente e lo portano da qualche altra parte. La comunità mondiale deve aiutare l’Ucraina a sbloccare i porti marittimi, altrimenti la crisi energetica sarà seguita da una crisi alimentare», ha dichiarato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. E nuove foto satellitari, secondo quanto riferisce la Cnn, proverebbero il saccheggio del grano ucraino da parte dei russi nel porto di Sebastopoli.

Una coalizione navale di «volenterosi» per rimuovere il blocco russo alle esportazioni di grano ucraine è stata intanto proposta dalla Lituania. «Il tempo che ci resta è molto breve. Ci stiamo avvicinando a un nuovo raccolto e non c’è altro modo pratico per esportare il grano se non attraverso il porto di Odessa sul Mar Nero», ha detto il ministro degli Esteri lituano, Gabrielius Landsbergis, in un’intervista al quotidiano britannico «The Guardian». Il ministro lituano ha proposto un’operazione navale non gestita dalla Nato, che protegga le navi cariche di grano mentre fanno rotta attraverso il Mar Nero oltrepassando il blocco russo. Landsbergis ha inoltre suggerito che Paesi colpiti dalle carenze di grano come l’Egitto possano contribuire nel garantire la protezione necessaria. Il quotidiano «The Times» conferma che anche il Regno Unito starebbe lavorando sulla creazione di una “coalizione di volenterosi” per inviare navi da guerra nel Mar Nero al fine di offrire un corridoio protetto ai mercantili che trasportano il grano ucraino.

Di certo il conflitto ha inferto un duro colpo all’economia ucraina: secondo Coldiretti, il raccolto di grano è stimato quest’anno inferiore di circa il 40 per cento in Ucraina, mentre sale del 2,6 per cento la disponibilità in Russia, che rimane tra i principali Paesi esportatori. Il caro energia, inoltre, sta innescando un ulteriore impatto sull’agricoltura globale a causa dell’aumento dei prezzi dei fertilizzanti.

Non adeguate a soddisfare il fabbisogno mondiale rimangono le alternative alle forniture dall’Ucraina: l’India, complice il calo della produzione a causa della siccità, ha disposto una deroga parziale in favore dell’Egitto, ma non sembra intenzionata ad allentare le restrizioni all’export di grano per non danneggiare i consumatori interni.