· Città del Vaticano ·

Il Papa conduce all’incontro con Gesù in una mini serie televisiva

Volti dell’uomo
e Volto di Dio

 Volti dell’uomo  QUO-113
18 maggio 2022

Nella recente programmazione della Rai si è imposta all’attenzione una serie intitolata Volti dei Vangeli, le cui tre puntate, visibili ora su Rai Play, sono andate in onda il 2, il 9 e il 16 maggio. Prodotta dal Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede in collaborazione con Rai Cultura, la serie è nata da un’idea di Andrea Tornielli e Lucio Brunelli, con la regia di Renato Cerisola. Le puntate sono condotte da Papa Francesco e organizzate in più “quadri”, ciascuno intitolato a un personaggio, a una storia o a un tema illustrato nei Vangeli.

«Perché i Vangeli?» potrebbe chiedersi lo spettatore che si accinge alla visione. Il Papa sembra presagire questa domanda dando inizio alla narrazione con la parola «amore», amore per i Vangeli, perché, per dirla con le sue parole, «l’amore è il contatto continuo, il parlare continuo, l’ascoltare. Per questo — insiste — è importante il contatto diretto con i Vangeli. Se tu non hai contatto con il Cristo vivo, quello del Vangelo, sicuramente avresti contatto con le idee o con le ideologie sul Vangelo e non con il Cristo vivo». Come non condividere, allora, la necessità di leggere questi testi, che, grazie alla loro origine apostolica, fra tutte le Scritture costituiscono la principale testimonianza storica sulla vita e l’insegnamento di Gesù?

Mentre lo spettatore ascolta, davanti ai suoi occhi si susseguono le tante storie commentate dal Pontefice, storie di misericordia, di perdono o di ammonimento: il Buon Ladrone, uno dei due malfattori crocifissi con Gesù sul Golgota, il quale ne riceve la promessa che quello stesso giorno sarà con lui in Paradiso; l’ombroso e infìdo Giuda; Giuseppe, uomo forte e silenzioso, che accetta il mistero di una realtà incomprensibile e il compito di una paternità che non gli appartiene; Pietro, che rinnegò tre volte Gesù; Tommaso, che, non credendo alla resurrezione di Cristo, solo dopo aver messo le dita nelle sue piaghe lo riconosce e lo adora come figlio di Dio; Pilato, che, pur consapevole dell’innocenza di Gesù, per codardìa cede alla folla sobillata dai sommi sacerdoti.

Le donne prima degli uomini è il titolo di una sezione della seconda puntata, perché — spiega il Papa — il Vangelo inizia con una donna, Maria, senza la quale non si può conoscere Gesù, suo figlio. Il Vangelo di Luca, il secondo dei quattro Vangeli, infatti, subito dopo il racconto della nascita miracolosa del futuro profeta Giovanni Battista dagli ormai anziani Zaccaria ed Elisabetta, prosegue con l’Annunciazione della nascita di Cristo e la sua incarnazione in Maria, la prima donna dei Vangeli. Ed è una donna, Maria di Magdala, La Maddalena, la prima a scoprire che il corpo di Cristo non giace più nel sepolcro e la prima alla quale il Signore risorto si manifesta.

Nelle tre puntate occupano ampio spazio le parabole, Il figliol prodigo è la parabol improntata all’amore e alla misericordia; Il buon Samaritano è la parabola raccontata da Gesù a un dottore della legge che insidiosamente gli aveva chiesto chi fosse il “prossimo”; La vedova di Nain narra di una donna che, già duramente provata dalla perdita del marito, subisce il dolore più atroce per una madre, la morte del giovane figlio. La Samaritana incontra il Signore in Samaria presso il pozzo di Giacobbe. Cristo, «rompendo le barriere dei pregiudizi» commenta il Papa, parla con la donna, mostra di conoscerne la vita passata e presente. L’Adultera colta in flagrante, è condotta provocatoriamente a Gesù, perché egli decida. La parabola del Ricco Epulone nasce dall’attenzione verso i poveri, ma induce il lettore anche alla riflessione sul destino delle anime degli uomini, che sarà commisurato al loro operato in vita.

Le storie narrate nei testi evangelici, introdotte e accompagnate dall’esegesi semplice e profonda del Papa, prendono vita grazie alle immagini tratte dall’arte cristiana, dalle opere di grandi pittori, il Perugino, Michelangelo, Caravaggio, Guido Reni, il Guercino, Rembrandt e dalle splendide miniature dei codici della Biblioteca Apostolica Vaticana, oggi meritoriamente digitalizzati. Non mancano brevi inquadrature di soggetti viventi in bianco e nero, che si possono interpretare come strategia di attualizzazione del testo.

Insomma, Volti dei Vangeli è un prodotto audiovisivo di alto profilo culturale e di grande impatto, un “visibile parlare” le cui componenti, armoniosamente fuse, sono da un lato la parola del Santo Padre, dall’altro l’iconografia, quella delle tele dipinte e quella delle scene e figure che “colonizzano” i margini delle pagine dei codici o si dispiegano a piena pagina o si annidano nel decoro delle iniziali, intessendo col testo dei Vangeli un vivido, affascinante colloquio che cattura credenti e non credenti.

In questa prospettiva Volti dei Vangeli può essere uno stimolo a ritornare sui testi evangelici, perché riferiscono storie straordinarie che assicurano al lettore grande coinvolgimento, anche se letti con animo ingenuo, con la stessa predisposizione, cioè, con cui si affrontano i testi letterari, senza condizionamenti di credo. La lettura potrebbe estendersi all’intera Bibbia, una delle opere fondative della civiltà occidentale, una straordinaria, simbolica narrazione dell’umanità con i suoi dilemmi e contraddizioni, con le sue devianze da un ordine “superiore” e i suoi pentimenti. Non a caso questo dramma dell’uomo è stato fonte di ispirazione per scrittori, poeti, artisti di ogni epoca, non necessariamente credenti nel senso comune del termine.

Come Jorge Luis Borges, il grande scrittore argentino, agnostico ma non irreligioso, che — pur considerando l’Iliade, l’Odissea e i Vangeli le tre opere archetipiche dell’umanità — assegnava il primato ai Vangeli nella convinzione che la storia di Cristo non potesse essere narrata meglio.

di Maddalena Spallone