· Città del Vaticano ·

La Via Crucis del cardinale Krajewski in Ucraina

Mancano le lacrime

 Mancano le lacrime   QUO-088
16 aprile 2022

«Mancano le lacrime, mancano le parole», ma alla fine arriverà il giorno delle risurrezione di Cristo che ha vinto la morte. È l’epilogo di una Via Crucis intrisa di sangue, di dolore, di dramma, dove tra le quattordici stazioni c’è anche quella di un corpo martoriato e avvolto in un sacco. E dove al posto dei tradizionali flambeaux ci sono picconi, pale, zappe e ruspe, strumenti che svelano nuove atrocità. È la guerra, con i suoi crimini, e con l’odio che vuole distruggere tutto, compresa anche la dignità umana, a fare irruzione in questo Venerdì santo. È in questo scenario, a Borodjanka, nei pressi di Kiev, che il cardinale elemosiniere Konrad Krajewski ha vissuto una silenziosa Via Crucis. E davanti alle fosse comuni si è inginocchiato ed è poi sceso in una buca da poco scavata. Ha voluto accarezzare la terra come fosse il sepolcro di un alter Christus. Un gesto di affetto verso le vittime di una guerra assurda. È la terza volta che il porporato è in missione di pace in Ucraina a nome di Papa Francesco per portare solidarietà e speranza alla popolazione.

In questa Via Crucis del Venerdì santo lo ha accompagnato l’arcivescovo Visvaldas Kulbokas, nunzio apostolico in Ucraina, che non ha mai abbandonato Kiev nemmeno quando i bombardamenti si sono abbattuti con inaudita violenza sulla capitale.

È stato un momento di commozione, che solo con la vittoria di Cristo sulla morte si può leggere all’insegna della speranza, come racconta il porporato ai media vaticani nel ritorno da Borodjanka a Kiev: «Ecco, con il nunzio stiamo tornando adesso a Kiev — spiega — da questi posti difficili per ogni persona del mondo, dove abbiamo trovato ancora tanti morti e una tomba di almeno 80 persone, sepolte senza nome e senza cognome. E mancano le lacrime, mancano le parole». Poi, aggiunge: «Meno male che c’è la fede, e che siamo nella Settimana santa, Venerdì santo, quando ci possiamo unire con la persona di Gesù e salire con Lui sulla Croce, perché dopo Venerdì santo... lo so, lo so: ci sarà la Domenica di Resurrezione. E forse Lui ci spiegherà tutto con il suo amore e cambierà tutto anche dentro di noi, questa amarezza e questa sofferenza che portiamo da alcuni giorni, ma particolarmente dalla giornata di oggi». La Via Crucis a Borodjanka non è stato l’unico momento di preghiera per le vittime, il cardinale lo ha ripetuto anche visitando Bucha e Irpin.

Infatti, questa Via Crucis si inserisce tra i momenti forti del Triduo fino alla Domenica di Pasqua. Il cardinale li celebra, secondo il desiderio di Papa Francesco, condividendo con gli ucraini la precarietà del quotidiano vivere accanto ai segni di morte per offrire la certezza della risurrezione, dove la vita ha l’ultima parola.

di Nicola Gori