· Città del Vaticano ·

Il Pontefice ricorda il cardinale egiziano Naguib

Padre pieno di speranza

 Padre pieno di speranza  QUO-074
31 marzo 2022

«Ricordo questo caro fratello, che assunse veritas-caritas come motto del suo episcopato, per la sua fede e per lo zelo sacerdotale che lo spinsero a prestare attenzione alla formazione dei sacerdoti, e ne fece la sua prima priorità». Così, Papa Francesco nel telegramma di cordoglio per la morte, avvenuta lunedì 28 marzo nell’ospedale italiano del Cairo, del cardinale Antonios Naguib, patriarca emerito di Alessandria dei Copti. «Penso — scriveva il Pontefice all’attuale patriarca, Sua Beatitudine Ibrahim Isaac Sedrak — al suo generoso impegno nel campo dello sviluppo e del servizio sociale». Telegramma che è stato letto durante le esequie del compianto porporato, presiedute dal patriarca Sedrak, mercoledì mattina, 30 marzo, nella cattedrale copta del Cairo.

Anche il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese orientali, ha fatto pervenire al patriarca Sidrak un messaggio di cordoglio. Lo ha fatto unendo alla sua partecipazione quella dell’arcivescovo segretario, Giorgio Demetrio Gallaro, del sottosegretario Flavio Pace, e degli officiali del Dicastero.

Nel prossimo mese di settembre, si legge nel messaggio, verranno ricordati i dieci anni dalla promulgazione dell’esortazione apostolica Ecclesia in Medio Oriente da parte di Benedetto xvi , frutto dei lavori di quell’assemblea speciale del Sinodo dei Vescovi del 2010 di cui Naguib fu relatore generale. Egli «fu elevato alla porpora cardinalizia proprio al termine di quel prezioso servizio di ascolto e di sintesi di tutte le voci che provenivano dalle diverse Chiese della regione».

Naguib fu capo della Chiesa copto-cattolica perché «fu anzitutto padre, cresciuto nel senso di appartenenza e responsabilità ecclesiale nelle diverse tappe della sua vita sacerdotale ed episcopale», sottolinea Sandri, ricordando quanto gli venne riferito durante la sua visita in Alto Egitto del febbraio 2019. Nell’eparchia che «fu la sua prima sede, quella di Minya», molte iniziative pastorali e caritative devono «la nascita proprio al periodo del servizio come vescovo del nostro amato fratello». Il prefetto fa riferimento anche al gesto del compianto cardinale di mettere a disposizione il suo servizio patriarcale dopo l’aggravarsi delle condizioni di salute nel 2013, «accanto al senso profondo del legame con la Sede Apostolica, che lo portò nonostante le fatiche e la malattia a voler prendere parte al conclave che nel medesimo anno» elesse Papa Francesco.

Del cardinale Naguib, aggiunge Sandri, «custodisco un ricordo vivo di tante attenzioni personali».

Dopo i primi episodi di violenza che segnarono l’Egitto nel 2011, sottolinea il prefetto, Naguib al termine di una intervista lanciò un messaggio di speranza per la presenza cristiana del Paese: «Nonostante molte preoccupazioni, guardiamo al futuro con speranza. Abbiamo fiducia che il Signore ci farà superare questa fase critica e ci condurrà ad un esito che sarà per il bene di tutti. I cristiani d’Egitto hanno vissuto simili situazioni nella loro lunga storia di sofferenza e di pace. Continueremo a fare tutto ciò che possiamo, sostenuti dalla preghiera, la fiducia in Dio, ed il sostegno spirituale e morale di tutti i cattolici, i cristiani e le persone di buona volontà. Ci raccomandiamo molto alle vostre preghiere».

Ora, conclude Sandri, «caro cardinale Antonios, il tuo sguardo di speranza si è trasformato in visione ed esperienza della comunione della Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo: mentre ti affidiamo alla misericordia di Dio, chiediamo che tu preghi ed interceda per il Santo Padre, per la Chiesa universale e per quella in Egitto e per tutti i fratelli in umanità». (Nicola Gori)