· Città del Vaticano ·

La basilica di Santa Sofia in via Boccea a Roma memoriale e punto di riferimento per la comunità greco-cattolica in Italia voluto dal cardinale Slipyj

Tutto merito di un carcerato ucraino

 Tutto merito di un carcerato ucraino  QUO-056
09 marzo 2022
Santa Sofia a via Boccea è l’idea di un carcerato ucraino. E pure recidivo: 18 anni di prigione dura, con tanto di lavori forzati nel gelo della Siberia. Il “criminale Josyf Slipyj” — venne arrestato l’11 aprile 1945 a Leopoli perché capo della Chiesa greco-cattolica, soppressa da Stalin con un tratto di penna — ha dato tutto se stesso perché a Roma, vicino alla casa del Papa, ci fosse un punto di riferimento spirituale e sociale per gli ucraini. La storia, con la cronaca di queste ore, gli sta dando ragione. Appena liberato nel gennaio 1963, il cardinale Slipyj volle confidare il progetto di Santa Sofia a Giovanni xxiii che lo aveva creato cardinale in pectore il 28 marzo 1960 — mentre era in catene in una cantina di Kiev — lavorando anche per la sua liberazione. Arrivato a Roma il 9 febbraio 1963, la sera del ...

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