
04 marzo 2022
In alto sulla tela intitolata Danza campestre (1601-1602) sono raffigurate due mosche, quasi a voler sollecitare l’osservatore a scacciarle con la mano. È un virtuosismo in cui si specchia la bizzarria di un’arte capace di coniugare sensualità e spiritualità in un nucleo coerente, ovvero scongiurando che una dimensione s’imponga a detrimento dell’altra. È il “divino” Guido Reni, uno dei massimi esponenti del classicismo seicentesco, ad aver saputo raggiungere e confezionare un tale arduo equilibrio, grazie alla maestria di un pennello capace di variare registri pittorici, impostazioni di prospettivi, tavolozza di colori.
Danza campestre è tra i fiori all’occhiello della mostra, allestita alla Galleria Borghese (aperta il primo marzo; si concluderà il 22 maggio) e comprendente circa trenta opere. ...
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