A causa della guerra questo tempo di penitenza assume un significato speciale
È bello poter camminare insieme per fare l’esperienza della morte e della risurrezione di Gesù Cristo nostro Signore. Il mio cammino molto personale si inserisce nel cammino del popolo di Dio. Questo tempo di Quaresima è speciale in Europa: siamo divenuti testimoni impotenti dell’invasione di un popolo europeo dall’esercito di un altro popolo europeo. In Ucraina adesso c’è la guerra, ci sono persone che sono uccise e altri le uccidono. Ci sono migliaia di donne, madri, spose, amiche, sorelle che hanno paura per i loro cari. Ci sono feriti, c’è tutto un popolo sulle strade, che lascia le proprie case, la propria famiglia, i propri amici. La crisi della guerra con tutti i suoi orrori è arrivata nel mezzo dell’Europa in un momento nel quale, finalmente, scorgeva appena un po’ di luce dopo due anni di pandemia. È uno shock. Siamo abituati a una vita di benessere e di pace. Purtroppo, la nostra pace era pigra: ci siamo abituati a tal punto a questa pace che abbiamo dimenticato la gente che soffriva proprio accanto a noi. Si potrebbe dire che la nostra vita di cristiani ha perso gusto, anzi, di più, che siamo divenuti veramente un sale insipido, incolore, insapore. Dio è diventato un Dio molto lontano da noi, accessibile solo sul livello emotivo, un Dio di cui l’assenza non ci preoccupava più.
Ora con la pandemia e con la guerra in Ucraina tutto sta cambiando. Forse vuol dire anche che ci sarà offerta la possibilità di una vera conversione. Abbiamo l’opportunità di guardare in fondo ai nostri cuori dove si lascia intravedere la cupidigia che conduce al male. Ci rendiamo conto che il male proviene non soltanto dai nostri “nemici” ma proprio da noi stessi, dai nostri cuori. La ragione principale di ogni guerra si trova nascosta dentro al cuore umano.
Che possiamo fare? Dobbiamo disperare dell’umanità? Scegliere una superficialità di vita che non ci fa male? Dimenticare tutto questo in un consumismo senza limiti? Forse avete già scelto questo modus vivendi ma non vi ha reso felici ? C’è un solo mezzo per cambiare vita e questo mezzo si chiama perdono. Certamente abbiamo tutti fatto l’esperienza di questa sensazione unica di un cuore leggero, puro e limpido dopo aver ricevuto o anche dato il perdono. Gesù ci insegna che il nostro Dio è un padre che ci ama e ci aspetta per poterci perdonare. Non ci priviamo della festa di ritorno del figlio prodigo. Il sacramento di riconciliazione non è solamente un atto morale ritualizzato ma una festa al centro della quale si trova il perdono di Dio. Ancora, vorrei sottolineare che bisogna anche perdonare e accettare il perdono nella nostra vita quotidiana, altrimenti la confessione rimane un puro ritualismo. La guerra in Ucraina ci mostra da un lato la necessità di perdonare, ma dall’altro lato ci mostra anche la difficoltà di esprimere un vero perdono. Ed è proprio questo il nocciolo della questione: senza perdono si può conseguire un tempo senza guerra, ma mai un tempo di pace. Il nostro Papa ci ha chiesto di fare del Mercoledì delle ceneri una giornata di digiuno e di preghiera per l’Ucraina. Il digiuno è un metodo di pulizia del corpo e dell’anima: frenare il nostro istinto più forte, quello di mangiare e di bere, ci conduce nel deserto. Il deserto, a sua volta, è il luogo delle tentazioni. Il deserto fa affacciare la nostra debolezza e ci mostra che il nostro saluto non viene da noi e dal nostro sforzo umano, ma che ci è dato. Digiunare per l’ Ucraina ci mostra che la pace, la riconciliazione e il perdono sono un dono di Dio. La gente in Ucraina adesso sta vivendo un vero deserto senza oasi di consolazione. Nel nostro digiuno diventiamo solidali con loro e cerchiamo di unire la nostra esperienza alla loro vita e alla loro sofferenza. Perché siamo tutti fratelli nell’albero della croce.
La preghiera per la pace in Ucraina è indispensabile. Possiamo incominciare la nostra preghiera immaginando Dio che guarda l’Ucraina. Possiamo domandare la grazia di poter entrare un po’ nello sguardo divino: Dio ama tutti, ci vede come fratelli e sorelle e sta realizzando che questi suoi figli e fratelli si uccidono reciprocamente, vede la paura delle donne e dei ragazzi, vede il dolore viscerale di quelli che fuggono, vede anche che in certi cuori c’è la volontà di infliggere dolore, anzi di uccidere. Vediamo le particolarità perfide di questa guerra sordida. Ci rendiamo conto del peccato e del male. Ecco perché possiamo pregare con la forza di tutto il nostro essere per la pace. La nostra preghiera diventerà un grido di pace.
Questa preghiera ci libererà dell’individualismo, ci condurrà verso i nostri fratelli. Affinché possiamo raggiungere i nostri fratelli in Ucraina dobbiamo anche ritrovare i nostri fratelli accanto a noi, non solo nelle nostre comunità cristiane, ma anche i fratelli di altre religioni e tutti i fratelli di buona volontà. Così, la nostra preghiera comune diventerà un grido comune: PACE! Il nostro grido può farsi anche impegno: accoglienza dei profughi dell’Ucraina, offerte materiali, ma anche tutta l’empatia del nostro cuore. Questa nostra accoglienza potrà essere l’unguento per guarire le loro ferite e sono sicuro che questa nostra accoglienza cambierà anche il nostro atteggiamento con tutti gli altri profughi che giungono da altri continenti. La nostra preghiera infine ci aiuta a vedere in loro le ferite di Cristo.
La vera preghiera ci aiuta a portare il nostro impegno su un livello politico. Come è bello vivere in un paese libero e democratico. Ma anche da noi i paesi liberi e democratici partecipano in un sistema economico che fa soffrire. Che bravi i giovani che si impegnano contro il cambiamento climatico! Quando ho partecipato alla loro manifestazione a Lussemburgo mi colpiva il loro grido: «Giustizia climatica!». I giovani hanno ragione, non c’è pace senza giustizia. Impegniamoci per la giustizia, madre della pace. Giovani, vi prego: impegnatevi nelle commissioni di giustizia e pace, vale la pena! Date senso alla vostra vita impegnandovi per i vostri fratelli. Sarete vicini a Dio e al suo regno di giustizia e di pace. Mostrate ai vostri responsabili politici che siete pronti a fare sacrifici per aiutare i vostri fratelli e sorelle in Ucraina. È un sacrificio di Quaresima che piace a Dio! Gridate a Dio le vostre paure, il vostro desiderio di pace in Europa, ma non dimenticate gli altri continenti. Accogliete i profughi dall’Ucraina ma aprite anche i vostri cuori e le vostre case a tutti i vostri fratelli di tutti i paesi. Avendo fame e sete di perdono e di riconciliazione, diventate agenti di pace e di riconciliazione. Denunciate la guerra senza dimenticare che l’origine dei conflitti e di tutto quell’odio risiede anche nei vostri cuori. Cercate la pace e la riconciliazione. Guardate Cristo sulla Croce che porta tutti i nostri peccati, tutte le nostre guerre. Guardate il cuore di Cristo che è compassione. Lasciatevi incontrare dal Risorto che vi dà il coraggio per andare nei luoghi di disperazione e di desolazione. Lasciatevi visitare dal Risorto che ci dà la pace.
Che la pace diventi realtà in Ucraina! Che la pace diventi realtà nei vostri e nei nostri cuori! «Nulla è perduto con la pace. Tutto può esserlo con la guerra!».
di Jean-Claude Hollerich
Cardinale arcivescovo di Lussemburgo e presidente della Commissione degli episcopati dell’Unione europea