· Città del Vaticano ·

Il dialogo del Pontefice con i giovani del Nord, del Centro e del Sud America

Per costruire ponti
con la non violenza attiva

 Per costruire ponti  QUO-046
25 febbraio 2022

La questione della migrazione è uno dei drammi più seri nel mondo di oggi: tanta gente deve lasciare il proprio Paese per motivi politici, per la guerra, per mancanza di lavoro, per cause religiose. Lo ha riaffermato il Papa nel colloquio a tutto campo via streaming — nella sera di giovedì 24 febbraio — con gli studenti di 57 Università, originari di 21 Paesi del Nord, del Centro e del Sud America.

“Costruire ponti nord sud” è stato il tema filo-conduttore dell’incontro promosso dalla Loyola University di Chicago con la collaborazione della Pontificia Commissione per l’America latina.

E così, da Casa Santa Marta, il Papa ha intrecciato un dialogo con i giovani, rispondendo alle loro domande sulle sfide più attuali che caratterizzano il nostro tempo: a cominciare, appunto, dalle migrazioni, proseguendo poi con la cura del creato, la giustizia sociale, il servizio agli altri, ma anche i problemi sociali ed economici. Portando sempre nel cuore la ricerca di Dio.

Un confronto franco, inserito nel cammino sinodale che la Chiesa universale sta vivendo. All’inizio dell’incontro hanno preso la parola il cardinale Blaise Cupich, arcivescovo di Chicago, e Peter Jones, decano dell’Istituto di studi pastorali della Loyola University. «La Pontificia Commissione per l’America latina aspira a essere un ponte di comunicazione, non solo tra la Curia romana e le Chiese particolari, ma anche tra le Americhe e i loro popoli» ha quindi affermato il segretario, Emilce Cuda, spiegando le ragioni dell’iniziativa.

Il Papa ha fatto riferimento alla questione delle migrazioni facendo presente che c’è un principio molto chiaro, espresso con quattro verbi: ricevere, accompagnare, promuovere, integrare. Ogni Stato deve comunicare con onestà quante persone può accogliere. E a questo punto gli altri Paesi, in un dialogo universale di fraternità, si organizzano per poterli accogliere.

Agli studenti il Pontefice ha ricordato che è importante parlare di migrazioni perché — di fatto — l’America è composta da figli di emigranti. Ed egli stesso ha rammentato la storia della sua famiglia. L’Argentina, ha detto, è un cocktail di migranti. Ma anche gli Stati Uniti d’America sono costituiti in gran parte da emigrazione. Con questa consapevolezza, ha aggiunto, occorre imparare a convivere con gli altri.

E agli studenti Francesco ha lanciato anche una sfida: imparare a studiare, affrontare e farsi carico di questo tema così attuale. L’Università, infatti, ha bisogno di un surplus di anima, perché non si può rischiare di uscire, dopo gli anni di studio, con il cuore freddo. L’esperienza universitaria, ha suggerito il Pontefice, deve essere impostata sull’armonia di tre linguaggi: pensare, sentire e fare. In fin dei conti, ha proseguito, se il giovane non nasce inquieto gli manca il sale, qualcosa che dia vita. In questo senso, Francesco ha poi indicato la speranza come virtù fondamentale nella carriera universitaria.

In risposta alla domanda di una ragazza del Brasile, il Papa ha ribadito il no, senza tentennamenti, alla violenza, proponendo la strada della non-violenza attiva. È, certamente, una sfida per i giovani di oggi: trovare il coraggio di denunciare la violenza che distrugge la dignità e non costruisce niente. Lo confermano le dittature, nel corso della storia.

Il mondo, ha insistito il Pontefice, ha proprio bisogno della profezia della non-violenza. Indicando l’esempio di Gandhi.

Poi, una domanda ha offerto a Francesco l’opportunità di affrontare il tema del dialogo tra generazioni. E così il Papa ha fatto riferimento anche all’importanza delle radici: una società che nega le sue radici è suicida, ha detto con chiarezza. Ed è qui che entra in gioco il dialogo tra anziani e giovani: gli anziani sono proprio le radici, dalle quali vengono i frutti. E anche i migranti che arrivano in culture e Paesi diversi devono sì integrarsi, ma senza dimenticare le proprie radici. Infine, il Pontefice ha rilanciato l’appello alla tutela del creato.