Per risalire il fiume

14 febbraio 2022
L’opera di Luigi Meneghello comincia con un temporale e la cifra sonora di uno scroscio di pioggia, il boato dei tuoni lassù sopra i tetti, «rotolii, onde che finivano in uno sbuffo»: i rumori delle cose del paese appena ritrovate; cose ora finalmente vivide, movimentate, più vere del vero e per questo «difficili da rifare a parole».
Cose avviluppate nella doppia se non tripla labirintica spira delle dimensioni del tempo (e che è anche delle dimensioni dell’io): quella passata dell’infanzia, quella presente del ritorno nei luoghi d’infanzia, e quella terza della riscoperta, della problematizzazione e dello scandaglio; quella dell’“adesso” della scrittura. È complicato, «i tempi mi oscillano sotto la penna», scrive qualche pagina dopo; eppure nelle sue opere Luigi Meneghello ...
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