
25 gennaio 2022
Rispose a quella telefonata: in seguito se ne sarebbe pentito. Era il 4 agosto 1944. Karl Josef Silberbauer, ufficiale delle ss, era alla scrivania nel suo ufficio ad Amsterdam. Stava per uscire per andare a mangiare un boccone. Alzò comunque la cornetta. Il suo superiore, il tenente Julius Dettmann, gli riferiva di aver ricevuto una “soffiata” in cui si sosteneva che ci fossero degli ebrei nascosti in un complesso di magazzini al 263 di Prinsengracht, nel centro della città. Dettmann non disse a Silberbauer chi lo avesse chiamato, ma doveva trattarsi di qualcuno ben noto ai servizi di spionaggio delle ss. Troppi erano stati i casi di telefonate anonime rivelatisi inutili: nel momento in cui arrivava «l’unità di caccia all’ebreo, gli ebrei erano già spariti». Che Dettmann fosse passato all’azione ...
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