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Una vita tra giornalismo e politica

 Una vita tra giornalismo e politica  QUO-007
11 gennaio 2022

Una vita “spesa” tra giornalismo — la sua grande passione — e la politica. Si può sintetizzare così il percorso di David Sassoli, presidente del Parlamento europeo, morto stanotte a 65 anni nel Centro di riferimento oncologico dell’ospedale di Aviano (Pordenone), dove era stato ricoverato ieri per una grave complicanza dovuta a una disfunzione del sistema immunitario.

David Sassoli era nato a Firenze il 30 maggio del 1956. Giornalista professionista dal 1986, vicedirettore del Tg1 dal 2006 al 2009, intendeva la professione come difesa costante della democrazia e di attenzione agli ultimi, ai più fragili. Eletto parlamentare europeo per il Partito democratico nella vii legislatura, è stato capo della delegazione Pd all'interno dell'Alleanza progressista dei socialisti e dei democratici. Rieletto alle Europee del 2014, è stato vicepresidente del Parlamento europeo da luglio 2014 a maggio 2019. Il 3 luglio 2019 viene eletto presidente del Parlamento europeo, il settimo italiano a ricoprire il prestigioso incarico. Uomo dalla grande capacità di mediazione e di dialogo (doti riconosciute da tutti, rivali politici compresi), il 15 dicembre scorso, a un mese dalla scadenza del mandato, aveva annunciato che non si sarebbe ricandidato a Strasburgo per «non dividere la maggioranza europeista».

Il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, ha ricordato Sassoli come un uomo «che ha reso il parlamento europeo protagonista, che ha accompagnato la svolta verso il futuro della Unione europea».

Con un tweet in italiano, il presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen ha espresso il suo dolore: «Sono profondamente rattristata dalla morte di un grande europeo e italiano. David Sassoli è stato un giornalista appassionato, uno straordinario Presidente del parlamento europeo e soprattutto un caro amico. I miei pensieri vanno alla sua famiglia. Riposa in pace, caro David». Anche la Conferenza episcopale italiana ha voluto ricordare in un messaggio di cordoglio la figura di David Sassoli.

In un tweet all’inizio dell’anno, Sassoli — che ha avuto come obiettivo quello di costruire un’Europa pacifica al servizio dei cittadini — aveva definito l’euro «un simbolo di pace e di integrazione, la realizzazione di una visione politico-storica».

Oggi il Papa lo ricorda con un tweet in cui sottolinea la speranza e la carità che hanno sempre animato il suo impegno di credente nel giornalismo come nella politica. Si erano incontrati più volte e, lo scorso 27 giugno Sassoli era stato ricevuto e nel corso del lungo colloquio avevano parlato di persona e comunità e appunto di speranza: il dono del presidente al Papa è stata la prima edizione, del 1951, de L'attesa della povera gente di Giorgio La Pira. Quello stesso giorno intervistato alla Radio Vaticana Sassoli sottolineò il lavoro del Papa tutto teso ad «un incoraggiamento a fare in modo che l’Unione europea sia uno strumento per difendere i più deboli, i migranti, le persone in difficoltà, tutti coloro che si sentono esclusi. E nello spirito dell’Europa in questo momento, degli strumenti che abbiamo messo in campo, c’è esattamente tutto questo».

Quello spirito dell'Europa e dei padri fondatori era lo stesso che animava il cattolico David Sassoli, uomo onesto e curioso, sempre in ricerca convinto com'era della sempre “perfettibilità” della storia umana. Vengono in mente gli inquieti Magi così come li racconta, nella poesia Epifania, David Maria Turoldo (che del padre di Sassoli, Domenico, fu così stretto amico, al punto da trasmettergli il nome):

Eran partiti da terre lontane:

in carovane di quanti e da dove?

Sempre difficile il punto d’avvio,

contare il numero è sempre impossibile.

Lasciano case e beni e certezze,

gente mai sazia dei loro possessi,

gente più grande, delusa, inquieta:

dalla Scrittura chiamati sapienti!

Le notti che hanno vegliato da soli,

scrutando il corso del tempo insondabile,

seguendo astri, fissando gli abissi

fino a bruciarsi gli occhi del cuore!

di Francesco Citterich